I taxi non bastano e le licenze sono sempre troppe poche. Eppure l’Italia continua sulla sua strada, sempre più isolata nel mondo, non aprendo mai per davvero alla libera concorrenza nel settore del trasporto privato e con i governi che si sono succeduti che, in un modo o nell’altro, si sono sempre piegati alle condizioni imposte dai tassisti. E a farne le spese sono sempre residenti e turisti. Nulla di nuovo, fin qui. Ma un ultimo dato dimostra come la strada percorsa dall’Italia sia in controtendenza rispetto a quello che avviene nel resto del mondo: nel 2023 la nota compagnia Uber ha chiuso per la prima volta l’intero esercizio in utile.
Primo esercizio in attivo per Uber. L’app per il servizio di trasporto privato va bene ovunque. Da noi invece è ancora boicottata
Uber (che comprende al suo interno anche il sistema di consegne Uber Eats) viene utilizzato in tutto il mondo come servizio di taxi da prenotare attraverso un’app, permettendo di trovare immediatamente (e spesso a prezzi convenienti) un veicolo libero. In Italia, invece, Uber non esiste, almeno non nella sua formula standard. Esiste UberBlack, la versione molto più costosa e che non è realmente concorrenziale – e quindi neanche pericolosa – per i tassisti.
Ma torniamo ai dati. Il quarto trimestre è andato meglio delle attese per la compagnia sul fronte di profitti e ricavi. Uber ha raggiunto un utile per azione di 66 centesimi, contro i 29 dello stesso periodo del 2022. Il fatturato ha toccato i 9,94 miliardi di dollari (+15%), leggermente al di sopra dei 9,76 miliardi previsti. L’Ebitda rettificato è stato di 1,28 miliardi (+93%) e dalla perdita di fine 2022 si è passati a un 2023 chiuso con un utile operativo di 1,1 miliardi e un profitto netto di 1,9 miliardi. Ora le ipotesi sono quelle di un programma di buyback o dello stacco di una cedola.
I profitti sono legati all’aumento del numero di clienti e di viaggi
Al di là dei dati è interessante capire quale sia il motivo di questi conti inediti: i profitti sono legati all’aumento del numero di clienti e di viaggi. Per esempio nel quarto trimestre del 2023 sono arrivate prenotazioni per 37,58 miliardi di dollari, una crescita del 22% sull’anno precedente, oltre le previsioni. Che per il primo trimestre del 2024 parlano di prenotazioni tra i 37 e i 38,5 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il servizio di trasporto sono arrivati 19,29 miliardi nell’ultimo trimestre del 2023, per le consegne di cibo 17,01 miliardi. I consumatori mensili attivi sono saliti a 150 milioni (+15%) e le corse completate sono state 2,6 miliardi (+24%), per un totale di quasi 26 milioni di viaggi giornalieri. Insomma, è chiaro in quale direzione vada il mondo. Ma non l’Italia, che pensa solo a tutelare i tassisti.