Tutti convinti europeisti. Ma solo fino a quando non si parla di certi affari, di quelli più ricchi e opachi. A quel punto anche i paladini di Bruxelles sembrano cercare scappatoie per procedere nel segno del sovranismo più sfrenato. Un aspetto dell’Ue che emerge dalla stessa relazione sul controllo dell’applicazione del diritto dell’Unione, depositata ieri dalla Commissione europea.
Grazie anche a una serie di inchieste giornalistiche, che hanno preso il nome di Lux Leaks, Panama Papers e Paradise Papers, mettendo nel mirino lo stesso operato di Jean-Claude Juncker in Lussemburgo e dunque prima che venisse scelto come presidente della stessa Commissione Ue, in Europa hanno cercato di porre un argine alle mille scappatoie per gli evasori fiscali e alle operazioni di riciclaggio, considerando anche che quest’ultime alimentano terrorismo e criminalità. Ma con difficoltà.
Proprio in materia di antiriciclaggio, infatti, l’organismo presieduto da Juncker ha precisato di aver avviato un procedimento nei confronti della Repubblica Ceca e di aver aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Irlanda, della Grecia, Cipro, Lussemburgo e Romania. Denunciate inoltre alla Corte di giustizia l’Irlanda e la Romania per non aver recepito la quarta direttiva antiriciclaggio. Senza contare che una bacchettata è arrivata anche alla Germania per aver applicato il regime speciale Iva a tutti gli agricoltori, grandi proprietari fondiari compresi.