Se non è l’inizio di una diaspora, è qualcosa che le assomiglia. Il rumoroso addio della sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, appare infatti come il primo passo verso una costante fuga da Italia Viva. La decisione di andare con la destra a Genova, per sostenere il sindaco uscente Marco Bucci, ha rappresentato un piatto indigeribile.
Italia Viva in crisi. Dalla sfiducia a Conte in poi è un’emorragia continua di uomini e voti
Così, dopo mesi di travaglio, ha annunciato la sua fuoriuscita. Sono lontani i tempi in cui Matteo Renzi la esaltava nelle vesti di sfidante di Matteo Lepore alle primarie di Bologna. Ma non è l’unica a vivere con fastidio la piega presa da Iv: seppur lentamente, anche i gruppi parlamentari si sono assottigliati rispetto ai primi mesi.
Così l’ex Rottamatore, a caccia di visibilità, inizia a dimenarsi contro il governo, facendo le barricate sulla riforma Cartabia, e attaccando, come un disco rotto, Giuseppe Conte. Nella sua ennesima enews ha ripreso il refrain del vittimismo: “Siamo soli contro tutti e, proprio per questo, siamo temuti e isolati. Ma non abbiamo paura e ribattiamo colpo su colpo alle critiche e alle accuse”.
Sono sempre di meno quelli che credono nell’azione politica di Renzi
Intanto sono sempre di meno quelli che credono alla sua azione politica. La dinamica è evidente al Senato, dove agli ordini del capogruppo, Davide Faraone, ci sono solo altri 14 senatori. A luglio 2020, con l’ingresso di Vincenzo Carbone, erano 18. Alla spicciolata, da marzo 2021, sono andati via Eugenio Comencini, Valeria Sudano, Leonardo Grimani e Gelsomina Vono. L’unica new entry, nel frattempo, è stata l’ex 5 Stelle, Elvira Lucia Evangelista.
La capacità di attrazione si è azzerata di pari passo con i sondaggi che inchiodano il partito renziano a percentuali basse: oggi si attesta intorno al 2 per cento. Una soglia che non consentirebbe nemmeno l’ingresso in Parlamento con la legge elettorale in vigore. Che, ironia della sorte, si chiama Rosatellum, perché reca la firma di un esponente di spicco di Iv, Ettore Rosato. Anche alla Camera il saldo tra nuove entrate e fuoriusciti resta negativo.
La presidente dei deputati, Maria Elena Boschi, è alla guida di un drappello di 29 parlamentari. Il massimo è stato di 31 aderenti al gruppo, tra maggio e settembre 2020. Poi Nicola Carè ha deciso di tornare nel Pd. Dopo qualche mese l’ex presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha seguito la stessa traiettoria, riabbracciando i vecchi compagni dem. Nel febbraio 2021, invece, l’ex deputata di Leu, Michela Rostan, ha optato per aggregarsi al Misto, in dissenso con la linea assunta da Renzi contro il governo Conte bis.
E dopo qualche mese Francesco Scoma è passato sotto le insegne della Lega, un precursore dello spostamento a destra di Italia viva. Le perdite sono state in parte controbilanciate dagli arrivi di Maria Teresa Baldini, girovaga della legislatura (eletta con Fratelli d’Italia, è andata poi con Forza Italia e ancora dopo con Coraggio Italia prima di approdare alla corte di Renzi) e l’ex pentastellata, Flora Frate.
Il clima in casa Italia Viva non è dei migliori. Addirittura i fedelissimi di Renzi, a microfoni spenti, ammettono: “I sondaggi sono quelli che sono. Non possiamo certo condannare chi come Conti cerca altre prospettive”. I calcoli non sono complicati. Sugli oltre 40 parlamentari presenti tra Camera e Senato, sono pochi quelli che possono sperare in una rielezione, ammesso che Iv riesca a superare la soglia.
La speranza di tornare tra gli scranni parlamentari è circoscritta al suo cerchietto magico, sempre più ristretto, intorno all’ex Rottamatore. “Nei prossimi mesi molti andranno da Calenda”, prevede un parlamentare di lungo corso. Ipotizzando il fuggi fuggi generale e definitivo.