Le Lettere

Tutti i bluff di Meloni

Tra autonomia differenziata demolita dalla Corte Suprema e la farsa del centro migranti in Albania, la Meloni accumula insuccessi. Però la gente la vota.
Emiliano Tulli
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Gentile lettore, il bluff chiamato Meloni ha limiti culturali e caratteriali che saranno la sua e nostra rovina. Stampa e tv scodinzolano evitando di dar rilievo ai fiaschi. Per questo molti la votano. E dire che le buffonate sono tante. Ricorda il comico russo che al telefono si finse un leader africano? In preda a smisurata autostima, la Meloni si vantò di avere “un’idea per terminare la guerra in Ucraina”. Da allora il mondo attende che tiri fuori la sua grandiosa idea per dare scacco matto a Russia, Ucraina, America e Nato. Una vera pagliacciata, che la dice lunga sull’imperatrice di tutte le Italie diplomata all’alberghiero. Vogliamo dirne un’altra? Tralasciamo cosette come togliere le accise, il liceo del Made in Italy (fiasco penoso: 375 iscritti su 468.750 studenti), il blocco navale dell’Africa, mille euro con un click e altre amenità, e soffermiamoci sul famoso Piano Mattei per bloccare le migrazioni. Ebbene, la Meloni sprofondò nel ridicolo quando i leader africani, convocati a Roma in pompa magna, scoprirono che il piano prevedeva 5 miliardi di aiuti in 5 anni, un miliardo l’anno. Considerando che in Africa vivono 1,5 miliardi di persone e che 0,5 miliardi sono bambini sotto i 12 anni, viene giusto un caffè l’anno per ogni africano adulto. I leader africani andarono via furiosi, svillaneggiando in pubblico il governo italiano. In privato invece si può solo immaginare che idea si siano fatti della Meloni.