A chi critica la riforma del voto in condotta dico “che non ha capito molto di quello che significa”. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha un bel modo di replicare a quanti tra partiti di opposizione e sindacati hanno bocciato il suo disegno di legge che mercoledì ha avuto il via libera del Senato. La riforma della scuola, ha spiegato, punta a “responsabilizzare, per fare crescere i ragazzi e acquisire maturità. Un ragazzo deve rendersi conto che non è inserito in una giungla dove può fare quello che vuole ma in una società. La cultura del rispetto è fondamentale soprattutto verso gli insegnanti, i compagni, i beni pubblici e se uno sbaglia deve anche sapere che c’è una sanzione”.
Piovono critiche sulla riforma della scuola
Non la pensa così la Cgil. “La logica securitaria e punitiva del governo si è tradotta nell’approvazione del ddl Valditara sul voto in condotta, comprensivo dell’emendamento che prevede il ritorno al giudizio sintetico nella scuola primaria, smantellando la valutazione formativa introdotta poco più di tre anni fa”, ha dichiarato la Flc Cgil. “Si tratta di provvedimenti – aggiunge il sindacato – che confermano l’ideologia di fondo di questa legislatura che, in nome di un presunto merito, seleziona, stigmatizza le differenze, respinge i più svantaggiati e disconosce il valore della conoscenza e della relazione educativa come strumenti di emancipazione e trasformazione per la costruzione del bene comune e di un modello sociale alternativo”.
Le misure della riforma Valditara
Il provvedimento, che ora deve passare alla Camera, prevede una serie di novità. Il voto in condotta sarà numerico anche alle scuole medie. Il giudizio sintetico sul comportamento rimarrà, dunque, solamente per i bambini della scuola primaria. Per tutti gli altri ci sarà il voto espresso in decimi e farà media con le altre materie. Sia alle medie che alle superiori, se non si raggiunge almeno il 6 in condotta si verrà automaticamente bocciati. L’insufficienza si può ottenere per mancanze disciplinari gravi e reiterate avvenute nel corso di tutto l’anno scolastico.
Per quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. Il vero spartiacque per gli studenti delle superiori, specie in ottica diploma, è però l’8 in condotta. Se non si supera questa soglia si possono perdere fino a 3 punti di credito scolastico, punteggio che va a confluire direttamente nel voto di Maturità. Anche le sospensioni cambieranno. Non ci sarà più l’allontanamento da scuola e lo studente dovrà partecipare ad attività scolastiche di riflessione e a una verifica finale da sottoporre al consiglio di classe.
Il tenore della punizione dipenderà dalla durata della sospensione. Chi avrà più di due giorni dovrà partecipare ad “attività di cittadinanza solidale” in strutture convenzionate. Il provvedimento introduce anche multe per i reati commessi ai danni di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola a causa o nell’esercizio delle sue funzioni. La somma varia dai 500 ai 10.000 mila euro “a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa”.
E sempre il ministro ha annunciato, rispondendo a un question time alla Camera, che è allo studio una normativa che riguarderà le chiusure scolastiche per festività religiose. “La norma che stiamo studiando è molto semplice – ha detto – non consentire la chiusura delle scuole in occasione di festività religiose o nazionali non riconosciute dallo Stato italiano”.