Era stata una misura accolta con grandi battimani. Un’iniziativa che, per la prima volta, tendeva a valotizzare la tutela della salute mentale in tempi di Covid. Con la Camera che aveva sanato una mancanza del governo, approvando l’emendamento, inserito nel decreto Milleproroghe, per stanziare le risorse necessarie al tanto agognato bonus psicologo.
Bonus psicologo, la misura esiste solo sulla carta. Manca il provvedimento attuativo
Ma dopo ormai un mese e mezzo si è tornati al punto di partenza: finita la festa per il via libera, il bonus psicologo ancora non c’è. Esiste sulla carta, ma non nella realtà. Il motivo? Manca tuttora il decreto attuativo, peraltro in scadenza proprio domani. Si sta quindi andando oltre i tempi inizialmente previsti.
Il provvedimento, stando a quanto riportato dagli uffici governativi, deve definire la “modalità di presentazione della domanda per accedere al contributo, per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia per le persone sofferenti di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica”. Dietro la formula burocratica, si cela la ripartizione dei 10 milioni di euro (a cui si aggiungono altri 10 milioni già a disposizione) stanziati dalla norma.
Insomma, è necessario stabilire la procedura per l’ottenimento del beneficio. L’ultima firma è compito del ministro della Salute, Roberto Speranza, d’intesa con il ministero dell’Economia e delle finanze, guidato da Daniele Franco. Ed è qui l’intoppo: secondo quanto apprende La Notizia, il dicastero di Speranza ha trasmesso una bozza al Mef, dove si attende lo sblocco definitivo.
Dal punto di vista pratico il bonus psicologo prevede, per tutto il 2022, un contributo “stabilito nell’importo massimo di 600 euro per persona” in base alla possibilità di reddito, calcolata sull’Isee. In questo modo chi ha interrotto le terapie per problemi economici, avrebbe potuto riprenderle. Tuttavia, le lentezze dell’iter rischiano di vanificare il senso stesso dell’iniziativa, nata principalmente con l’idea di tutelare la salute mentale dopo due anni di pandemia.
C’è una certa fretta, visto quello che ha comportato soprattutto per i più giovani in termini di salute mentale. “Mi auguro che i ministeri lavorino velocemente ai decreti proprio per l’urgenza che è alla base del bonus psicologo”, dice a La Notizia Filippo Sensi, deputato del Partito democratico, padre dell’emendamento che ha istituto il bonus. “Capisco ci siano questioni organizzative non di poco conto – aggiunge il parlamentare dem – ma questo dovrebbe spingerci a fare più velocemente, e non meno. Resto fiducioso”.
Intanto, i professionisti del settore sono costretti a temporeggiare di fronte alle richieste dei pazienti, che vorrebbero almeno sapere se hanno qualche possibilità di accedere al voucher. E magari in quali termini. Ma bisogna spiegargli che i meandri della burocrazia sono infiniti: senza il provvedimento ministeriale la legge non è esecutiva.
Del resto era già palese che che il governo non fosse così attento alla questione. Durante il confronto sulla Legge di Bilancio era stata avanzata l’ipotesi di introdurre il bonus psicologo. Ma, nonostante una manovra piena di mancette, non era stato ricavato un solo centesimo per la misura. E dire che erano stati presentati emendamenti addirittura bipartisan. Dinanzi alle proteste degli esperti, poi, in Parlamento è arrivato il ravvedimento. Solo che la lunga attesa non è finita, è necessario superare gli ultimi metri per raggiungere il traguardo.