“Non dovrei essere qui, dovrei essere morto”. Dopo averlo dichiarato in un’intervista al New York Times, Donald Trump lo ripete in lungo e largo, ben conscio di essersela vista davvero brutta questo sabato quando un ventenne, per ragioni ancora da scoprire, ha esploso alcuni colpi all’indirizzo del tycoon che stava tenendo un comizio elettorale. La foto del candidato repubblicano con il volto insanguinato, la bandiera americana che sventola alle sue spalle e gli agenti della sicurezza che lo portano via, ha già fatto il giro del mondo e sembra preannunciare il suo successo nella corsa alla Casa Bianca.
Uno scatto commentato dallo stesso Trump secondo cui “molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto e hanno ragione, anche se non sono morto. Di solito devi morire per avere una foto iconica”. Parole a cui ha fatto seguito, sempre nell’intervista al New Yok Times, il plauso agli agenti della sicurezza che in Pennsylvania sono entrati in azione e “hanno ucciso” l’attentatore “con un colpo in mezzo agli occhi. Hanno fatto un lavoro fantastico”.
Svolta presidenziale di Trump
Che questo attentato possa trasformarsi nella vera svolta dell’ormai imminente corsa alla Casa Bianca, lo ha ben chiaro il tycoon che appare deciso a sfruttare l’accaduto. A lasciarlo intendere è lo stesso candidato repubblicano che ha annunciato di aver completamente riscritto il suo discorso per la Convention nazionale repubblicana, in cui accetterà la nomination, proprio a seguito dell’attentato. “Il discorso che avrei tenuto giovedì sarebbe stato sconvolgente”, “uno dei discorsi più incredibili” della storia, ma le cose sono cambiate.
Ora, parlando come fosse già stato eletto, ha detto che “il discorso sarà completamente diverso”, trasformandosi “in un’opportunità per riunire l’intero Paese, persino il mondo intero”. Insomma un discorso atto a compattare gli Stati Uniti, di quelli che solitamente si fanno dopo le elezioni, fatto proprio da colui che più di tutti ha alimentato lo scontro verbale – e non solo – in tutto il Paese.
L’inchiesta sull’attentato a Trump
Al di là dei risvolti politici, quel che è certo è che solo un caso fortuito ha evitato che l’attentato sfociasse in tragedia. Un evento che il Wall Street Journal non ha esitato a definire come “il più grande fallimento dei servizi segreti dal 1981, quando fu commesso un attentato contro Ronald Reagan”. Difficile dar torto al prestigioso quotidiano visto che sabato, un ventenne armato fino ai denti e sdraiato sul tetto di un edificio, ha potuto sparare senza troppi problemi a Trump che si è salvato solo perché, proprio in quell’attimo, si era voltato di scatto per leggere alcuni numeri su un cartello.
L’aggressore, ucciso da un cecchino che è intervenuto subito dopo gli spari, è stato identificato come Thomas Matthew Crooks, 20 anni, residente a Bethel Park, Pennsylvania e, secondo i registri, un elettore repubblicano. Sul caso sta indagando l’FBI che al momento afferma di non non aver potuto identificare il movente per cui il ragazzo abbia tentato di assassinare l’ex presidente. Al momento gli inquirenti ritengono che “l’assassino ha agito da solo”, che non aveva reati pregressi conosciuti e che l’arma utilizzata per cercare di assassinare Trump era stata acquistata legalmente.
Durante una perquisizione a casa del ragazzo, sempre secondo l’FBI, sono stati rinvenuti due “dispositivi sospetti” che “sono stati messi in sicurezza dagli artificieri”.
Intelligence nel caos
Un attentato per il quale è finito sotto osservazione il servizio di sicurezza degli Stati Uniti. A far detonare le polemiche sono stati alcuni articoli sui media secondo cui alcuni agenti incaricati di proteggere Trump sarebbero stati reindirizzati al discorso della first lady Jill Biden. Accuse pesanti che hanno inguaiato la direttrice dei servizi segreti statunitensi, Kimberly Cheatle, con i repubblicani che ne stanno chiedendo le dimissioni.
La direttrice per il momento resiste e nega di aver “deviato risorse”, aggiungendo che “i modelli di protezione non funzionano in questo modo” e seguono iter molto precisi. Peccato che per Fox News le cose siano ben diverse visto che il Comitato della Camera degli Stati Uniti per la sicurezza nazionale, secondo l’emittente americana, “esaminerà i rapporti secondo cui a Trump era stata negata una maggiore sicurezza poco prima del tentativo di omicidio nei suoi confronti”.
Una giornata che sul fronte giudiziario si è conclusa con la notizia dell’archiviazione di Trump dall’inchiesta sui documenti riservati del Pentagono, rinvenuti nella sua villa in Florida.