Trump ribalta l’ordine mondiale, riparte la corsa alle armi nucleari

La corsa al riarmo nucleare accelera: dagli Usa all’Europa, cresce la tentazione atomica mentre il mondo si allontana dal disarmo

Trump ribalta l’ordine mondiale, riparte la corsa alle armi nucleari

C’era un tempo in cui la proliferazione nucleare era considerata una minaccia da arginare con ogni mezzo. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, nemici giurati nella Guerra Fredda, almeno su questo erano d’accordo. Poi, la storia ha ripreso a girare al contrario. Oggi, il Financial Times lancia l’allarme: il riarmo nucleare non è più un tabù, ma una tendenza concreta.

L’articolo firmato da Charles Clover e colleghi mette a nudo la nuova corsa alle armi atomiche, alimentata dall’incertezza politica globale e dalle scelte di Washington. Il fenomeno ha un nome e un volto: Donald Trump. Il suo ritorno al centro della scena ha ridisegnato le paure degli alleati americani. Berlino, Varsavia, Seul e Tokyo scrutano il futuro con inquietudine: possono davvero fidarsi ancora della protezione statunitense?

Il Trattato di Non Proliferazione, baluardo della stabilità internazionale, è sempre più fragile. Ankit Panda del Carnegie Endowment parla chiaro: il consenso sul disarmo è a pezzi e gli alleati di Washington ora vedono l’arma atomica come una soluzione alla crescente imprevedibilità americana. Non è un’esagerazione: il rischio che il numero di stati dotati di arsenali nucleari passi dagli attuali nove ai quindici o venticinque, come temeva Kennedy negli anni Sessanta, non è più fantapolitica.

Dall’Europa all’Asia: la tentazione nucleare

In Germania, la questione è già entrata nel dibattito politico. Friedrich Merz, leader della CDU, ha ventilato l’ipotesi che Berlino possa condividere armi nucleari con Francia e Regno Unito. A dire il vero, la Germania ospita già venti bombe atomiche americane nella base di Büchel. Ma la paura di un ritiro dello scudo nucleare Usa sta portando alcuni analisti a proporre una strategia ancora più audace: mantenere una “latenza nucleare”, ovvero dotarsi della capacità di costruire un’arma atomica in tempi brevi, senza violare i trattati internazionali. Un’idea che per alcuni ricorda i fantasmi del passato.

Polonia e Corea del Sud stanno facendo un passo oltre. Donald Tusk, primo ministro polacco, ha apertamente evocato la possibilità di dotare il paese di armi atomiche. Il presidente Duda ha perfino suggerito di ospitare testate nucleari americane sul suolo polacco. Uno scenario che Mosca vedrebbe come un atto di guerra.

In Corea del Sud, il dibattito è ancora più serrato. Il programma nucleare di Pyongyang, rafforzato dalla crescente cooperazione con la Russia, sta spingendo Seul verso scelte impensabili fino a pochi anni fa. Il ministro degli Esteri Cho Tae-yul ha affermato che la Corea del Sud deve valutare ogni opzione, inclusa l’acquisizione di armi nucleari. Alcuni esperti sostengono che il paese potrebbe costruire un’arma atomica in meno di due anni.

E poi c’è il Giappone, il solo paese ad aver subito il bombardamento nucleare. Per decenni, Tokyo ha tenuto lontana ogni ipotesi di dotarsi di un arsenale atomico. Ma la realtà sta cambiando: il Giappone possiede già 8,6 tonnellate di plutonio, una quantità sufficiente a produrre migliaia di testate. E se il tabù nucleare crollasse?

Un futuro carico di incognite

Il risultato è semplice e devastante: più testate nucleari in giro per il mondo significano più probabilità che vengano usate. La corsa al riarmo è un gioco pericoloso che nessuno può davvero controllare. L’illusione della deterrenza si scontra con la realtà della storia: un incidente, un calcolo sbagliato, una provocazione possono accendere la miccia.

L’Occidente si sta rassegnando all’idea che la guerra atomica sia di nuovo una variabile del possibile. Un tempo si parlava di disarmo, oggi si discute di chi potrà permettersi la bomba e chi no. L’ultima illusione della sicurezza si sta sgretolando sotto il peso di una paura che si pensava superata.