Donald Trump getta la maschera e rivela come vorrebbe gestire i suoi oppositori politici: “Serve l’esercito contro il nemico interno.” Stanno creando scalpore le ultime dichiarazioni del candidato repubblicano, rilasciate alla rete Fox News, con i democratici che lo attaccano, sostenendo che stia alimentando “i timori di una repressione autoritaria se riconquistasse la Casa Bianca”.
Tra i nemici, spiega il tycoon, figura il membro del Congresso della California, Adam Schiff, che è stato il procuratore capo nel primo processo di impeachment dell’ex presidente. Quest’ultimo, infatti, è stato definito da Trump come “una grande minaccia per un’elezione libera ed equa”, perfino maggiore rispetto ai terroristi o agli immigrati clandestini.
Durante l’intervista, dopo aver inizialmente affermato che il caos elettorale non sarebbe stato causato dai suoi sostenitori, Trump ha lanciato un attacco ai suoi avversari quando l’intervistatrice, Maria Bartiromo, ha sollevato la possibilità di agitatori esterni: “Penso che il problema più grande siano le persone all’interno. Abbiamo delle persone molto cattive. Abbiamo delle persone malate”, ha detto nel programma Sunday Morning Futures. “Dovrebbe essere gestito molto facilmente, se necessario, dalla Guardia Nazionale, o, se davvero necessario, dall’esercito, perché non possiamo permettere che ciò accada”.
Trump getta la maschera e rivela come vorrebbe gestire i suoi oppositori politici: “Serve l’esercito contro il nemico interno”
Le parole del tycoon hanno scatenato la reazione indignata della campagna di Kamala Harris, secondo cui è evidente che, in caso di rielezione, l’imprenditore si trasformerebbe in “un dittatore”, aggiungendo che “Donald Trump sta suggerendo che i suoi concittadini americani siano peggiori ‘nemici’ rispetto agli avversari stranieri, e sta dicendo che userebbe l’esercito contro di loro”.
Sulla stessa linea anche Ruth Ben-Ghiat, storica ed esperta di fascismo alla New York University, che ha dichiarato alla NBC che Trump stava segnalando ciò che intendeva fare come presidente, paragonando i suoi progetti politici ai “modelli di governo da ‘uomo forte’ di Viktor Orbán, Narendra Modi e Vladimir Putin, rispettivamente leader di Ungheria, India e Russia.”