E ora che succede? Donald Trump manterrà davvero le promesse fatte in campagna elettorale, a cominciare dallo “smantellamento” dell’Obamacare? Vedremo. Quel che è certo è che su molte questioni la nuova amministrazione americana sarà in totale discontinuità con quella uscente. Il primo assaggio si è avuto proprio pochi minuti dopo il giuramento a Capitol Hill, quando sul sito della Casa Bianca il magnate ha annunciato il ritiro dal Tpp (l’accordo fra 12 nazioni per la creazione di un trattato di libero scambio fra i più grandi al mondo) e la rinegoziazione del Nafta, l’altro trattato di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico. Con un aut aut: “Se i nostri partner rifiutano di rinegoziare per offrire ai lavoratori americani un accordo giusto, il presidente notificherà l’intenzione degli Usa di ritirarsi”. Decisioni rapide, spiega a La Notizia l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, “tramite le quali Trump ha voluto immediatamente chiarire in che modo la sua amministrazione tratterà con i partner commerciali. Al centro del suo operato ci saranno prima di tutto gli Stati Uniti, anche se non credo che voglia dare vita ad una ‘guerra’ con gli altri paesi. Non gli converrebbe”.
Effetti collaterali – Il binomio isolazionismo-protezionismo potrebbe però avere degli effetti collaterali. Si tratta infatti di “un’impostazione che presenta delle incognite e che rischia di dare risultati non così immediati – chiarisce Terzi –. Tutto dipenderà dal programma economico, di cui però ancora non si conoscono i contenuti”. L’altra grande questione riguarda la posizione degli Usa nello scacchiere internazionale. “In particolare le relazioni con Iran e Russia”, spiega l’ex ambasciatore italiano negli Stati Uniti. I rapporti con Vladimir Putin saranno completamente diversi da quelli avuti da Barack Obama, anche se “le tre figure più autorevoli che finora Trump ha nominato, cioè il nuovo direttore della Cia Mike Pompeo, il segretario di Stato Rex Tillerson e il numero uno del Pentagono James Mattis hanno una visione della Russia come un paese i cui interessi divergono da quelli dell’America. Sempre per questi tre la Nato, definita dal presidente ‘obsoleta’, è invece fondamentale a cominciare dalla guerra all’Isis, che Trump ha detto di voler sconfiggere”.
Convenienze – E la Cina? “La telefonata di Trump alla presidente di Taiwan Tsai Ing-wen non è piaciuta a Pechino, anche se a Davos Xi Jinping ha cercato di far capire a Trump che un inclinamento dei rapporti non conviene a nessuno”. Infine c’è il rapporto con l’Europa. “La strategia di Trump dovrebbe essere quella di trattare con i singoli Governi, anche se non so quanto questo potrebbe portare dei benefici. L’Italia? Malgrado l’inopportuno endorsement di Matteo Renzi a Hillary Clinton non credo ci saranno problemi. Siamo uno dei partner fondamentali degli Usa: nei rapporti con la nuova amministrazione sarà certo un asset la presenza di venti milioni di italoamericani che hanno attivamente sostenuto il nuovo presidente”.
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