Trump ha lanciato un monito a Putin, qualcuno dice un ultimatum, intimandogli di trattare la pace con Kiev o di pagare un prezzo. Francamente da lui mi aspettavo un atteggiamento diverso.
Valerio Ghini
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Gentile lettore, quella che lei riferisce è la solita mistificazione dei massmedia italiani e occidentali in genere. Le cose stanno in modo molto diverso. Tutti sappiamo che Trump è volubile (anche se in realtà è molto più coerente di quanto si pensi). Però è certo che da “chiuderò la guerra in 24 ore” a oggi qualcosa è cambiato. Secondo la Reuters, che cita persone “informate dei fatti”, i consiglieri di Trump lo avrebbero convinto che ritirare gli aiuti a Kiev sarebbe percepito come “una seconda Kabul”, una disfatta dell’America con brusco abbandono dell’alleato. Da qui la maggiore prudenza di Trump. Ma che cosa ha realmente detto? Gli è stato chiesto: “Cosa farà se Putin non vuole trattare?”. Avrebbe potuto rispondere: “Daremo più armi a Kiev, spezzeremo l’armata russa” e altre cose minacciose di questo tipo. Invece ha detto: “Non mi rimarrebbe che imporre nuove sanzioni”. Tutto qui. Nessuna menzione di inasprimento della guerra, ricorso alla forza, ecc. Solo sanzioni, cioè quasi nulla. Poi sui social ha scritto: “Amo il popolo russo e ho sempre avuto un buon rapporto con Putin. Non dimentichiamo che la Russia ci ha aiutati a vincere la seconda guerra mondiale… ma se non faremo un accordo, e presto, non avrò altra scelta che alzare tariffe e sanzioni… Finiamola questa guerra, che non sarebbe mai cominciata se io fossi stato presidente”. Le sembra un ultimatum, una minaccia? Direi proprio di no.
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