Truffa della polizia giudiziaria: attenzione a rispondere ad email che possono essere delle vere e proprie truffe. La Polizia mette in guardia sottolineando di non inviare dati sensibili.
Truffa della polizia giudiziaria
Le nuove false truffe della polizia sono rappresentate dall’invio di finti atti giudiziari e minacce di ripercussioni legali. Di solito sono le persone anziane che rispondono inviando dati sensibili, come documenti e numeri di conto corrente, oppure cliccando su link che altro non sono se non trojan, virus che consentono a chi l’ha inviati di intrufolarsi nel computer di chi li riceve.
La mail di convocazione è falsa
La Polizia invita i cittadini a non cascare e a non rispondere alle mail che richiedono dati privati. “Nessun ente istituzionale contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali”, viene ribadito dalla Polizia, che invita a non cliccare su allegati, a non rispondere e a cancellare il messaggio.
A RomaToday l’avvocato Guido Pascucci ha riferito di aver denunciato una decina di episodi di questo genere alla polizia postale: “Mi hanno segnalato almeno 5-6 presunti procedimenti per pedopornografia, da fonti differenti – spiega Pascucci – due o tre sono evidentemente falsi grossolani, ci sono errori grammaticali e di sintassi che fanno pensare a una mano straniera che abbia forse tradotto il contenuto con un traduttore online, in modo automatico. Le altre invece hanno meno errori, ma comunque contengono elementi molto grossolani: hanno indicato corpi di polizia inesistenti e articoli del codice penale o reati inesistenti, ppure viene indicato come mittente il prefetto che si congeda con ‘con affetto’ o ‘cordiali saluti’. Inverosimile, eppure in alcuni casi il tentativo sortisce l’effetto sperato”.