La cronologia degli eventi non è casuale. Perché il tweet del premier Giuseppe Conte rimbalza sulle agenzie di stampa nel pomeriggio, dopo la colazione al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E irrompe nel bel mezzo dello scontro dei decreti (Sicurezza bis e Famiglia) tra i due azionisti della maggioranza, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, protagonisti di un’escalation di toni e distinguo che ha alimentato più di qualche dubbio sulla tenuta dell’alleanza gialloverde. “Siamo ferocemente determinati. Siamo fermamente convinti che l’Italia possa farcela, che tutti noi possiamo farcela – cinguetta però il presidente del Consiglio -. Riportiamo il Paese nell’orizzonte che gli spetta, un orizzonte di crescita, di sviluppo sostenibile, in grado di liberare e impiegare le migliori energie”. Parole che, dopo il consulto con l’arbitro Mattarella, suonano il gong sul ring della campagna elettorale dove da giorni Di Maio e Salvini se le stanno suonando di santa ragione.
Un incontro, quello tra il capo dello Stato e del Governo, che dal Quirinale definiscono “cordiale e costruttivo”. Un’occasione per un giro d’orizzonte sulle questioni che nelle ultime settimane hanno animato il dibattito politico, compresi, ovviamente, i decreti Sicurezza bis e Famiglia. Precisando che, mentre andava avanti l’interlocuzione tra gli uffici del Governo e quelli della Presidenza della Repubblica, da parte del premier non sono state sottoposte nuove formulazioni dei due provvedimenti al Capo dello Stato. Di certo, tiene a ribadire Conte, “non si può attribuire al Quirinale una censura preventiva né tantomeno un ruolo di sindacato politico, significa fargli torto in astratto ma anche in concreto, perché il Presidente non ha svolto e non intende svolgere questo ruolo”.
Un segnale che fa da apripista al cessate il fuoco siglato all’interno dell’Esecutivo e che lo stesso Conte ha annunciato in serata. “Tutto il Governo condivide i due obiettivi politici”, contenuti nei decreti sicurezza e famiglia, assicura Conte parlando con la stampa a Palazzo Chigi. “Di quello sulla sicurezza è pervenuta una versione aggiornata ai miei uffici che hanno potuto esaminarlo: mi sembrano superate le criticià segnalate. Siamo pronti, anche se non voglio anticipare le posizioni che esprimeranno tutti i ministri”, assicura il premier. E dopo aver sentito i vice, annuncia il rinvio del Cdm “alla settimana prossima”. Insomma, dei due decreti – quello sulla Famiglia dovrebbe diventare un disegno di legge per mancanza del requisito d’urgenza – se ne riparlerà a urne chiuse dopo le Europee.
Soddisfatto il leader M5S, Di Maio: “Condivido le parole di Conte, nel sollecitare rispetto per il Capo dello Stato. Ora c’è tutto il tempo di lavorare insieme sui rimpatri, che sono una questione importante da affrontare con determinazione”. E per Salvini, contrasti superati? “Cancellati no, perché quando si entra nel personale…”, avverte a Porta a Porta. Ma in ogni caso il Governo “andrà avanti”. Ben altri toni rispetto al “non si può andare avanti così” proferito in giornata dal sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti. Restano d’altra parte gli ultimi giorni di campagna elettorale da monetizzare. “Se in Piemonte vince la Lega con il centrodestra è chiaro che il Tav si farà. Su cantieri, crescita e autonomia l’accordo con i 5S c’è”. Più difficile, invece, che possa esserci sull’ultima salvinata: “Toglierei l’abuso d’ufficio: non posso bloccare 8mila sindaci per la paura che uno possa essere indagato”.