“Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta Salva Milano”. La capitolazione di Palazzo Marino è arrivata nella serata di ieri. Travolta dalle imbarazzantissime quanto gravissime rivelazioni contenute nell’ordinanza di arresto di Massimo Oggioni, la giunta di Beppe Sala è stata costretta ad alzare bandiera bianca sul “suo” Salva-Milano.
Il ribaltone: “Saremo parte civile contro Oggioni”
Un addio amarissimo alla legge tanto invocata dal sindaco, divenuta ormai insostenibile. E così, è arrivato anche il ribaltamento di fronte, con il Comune di Milano che “considera di costituirsi parte civile nel procedimento che ha visto l’arresto dell’ex dirigente Massimo Oggioni nell’ambito delle inchieste della Procura su presunti abusi edilizi”.
Un ribaltone, visto che fino a 24 ore prima lo stesso Sala aveva sostenuto che si dovevano “difendere i funzionari finiti sotto processo” e, soprattutto, che dietro “all’edilizia milanese non c’erano giri di corruzione”. Due argomenti spazzati via dagli arresti di ieri.
Monguzzi: “Ora Sala chieda scusa”
“Il Salva-Milano non c’è più. Bene. Era quello che avevamo chiesto. È una vittoria degli ambientalisti, dei comitati e dei cittadini”, commenta il consigliere Verde, Carlo Monguzzi, “Ora il sindaco, che così tenacemente aveva chiesto e sostenuto questo provvedimento, si scusi con la città e con chi come noi lo ha duramente contrastato. Errori come questo non si possono più fare”. “Non è che però finisce tutto a tarallucci e vino e quello che è successo non è esistito”, avverte Monguzzi, “Il cambiamento deve essere radicale, e il banco di prova sarà il Pgt: niente consumo di suolo e al servizio dei cittadini non dei costruttori”.
Rimane un decennio di malaffare nell’Urbanistica milanese
Una vittoria certo, ma resta il fatto che per molti mesi giunta, consiglieri comunali, politici nazionali, giornalisti/editorialisti e ordini professionali hanno difeso il Salva-Milano. E lo hanno fatto ripetendo concetti (se non intere frasi) partoriti da un gruppo di malaffare che, per i magistrati, ha pilotato per almeno un decennio l’urbanistica milanese. Un sistema (certo, ancora da provare in tribunale) che ha favorito i costruttori (non tutti, per fortuna), assicurando loro immensi guadagni e libertà d’azione, a discapito dei cittadini milanesi, derubati di servizi, case, spazi verdi, scuole, asili… Della loro qualità di vita.
Sarebbe il minimo che giunta, consiglieri comunali, politici nazionali, giornalisti/editorialisti e ordini professionali, non diciamo si dimettessero (in Italia non capita), ma che almeno chiedessero scusa. Dubitiamo succederà.