Un vero e proprio appello all’Ue per salvaguardare la libertà di stampa e per consentire ai giornalisti di raccontare quanto sta succedendo a Gaza. La Fondazione europea dei giornalisti, 38 sindacati dei giornalisti europei tra cui l’italiana Fnsi, e più di 20 Ong tra cui Reporter senza frontiere, chiedono all’Ue di sospendere l’accordo di associazione con Israele e di farsi sentire con il governo guidato da Benjamin Netanyahu per chiedere di salvaguardare il lavoro della stampa nel conflitto a Gaza. La lettera è stata inviata ai maggiori diplomatici Ue, tra cui l’Alto rappresentante per gli Affari esteri, Josep Borrell, e il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. La richiesta è anche quella di infliggere sanzioni ai responsabili di crimini di guerra e di ripetute violazioni del diritto internazionale da parte di Israele.
L’iniziativa dei sindacati di giornalisti e delle Ong
La lettera parte dalla volontà del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) di chiedere un intervento contro quella che viene definita una “uccisione senza precedenti di giornalisti da parte delle autorità israeliane”, che viene perpetuata insieme ad “altre violazioni della libertà dei media, in violazione degli obblighi di Israele in materia di diritti umani e di diritto internazionale umanitario”. Tutto ciò, viene denunciato nel testo della lettera, in un quadro di “abusi diffusi e sistematici commessi dalle autorità israeliane a Gaza, in Cisgiordania, in Israele e altrove”.
Secondo le associazioni dei giornalisti e le Ong si tratta di violazioni che “dovrebbero innescare la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele e ulteriori sanzioni mirate dell’Ue contro i responsabili”. Ma, è l’accusa riportata nella lettera, i governi dei Paesi Ue non hanno ancora riconosciuto e condannato “all’unanimità i crimini delle forze israeliane a Gaza”. Le associazioni e i sindacati lamentano le “misure senza precedenti per limitare la libertà dei media, che hanno di fatto portato all’istituzione di un regime di censura”, applicate dal governo Netanyahu.
Le accuse
Nella lettera vengono elencati tutti quelli che sono definiti come “attacchi in corso contro i giornalisti e la libertà dei media”. Si parte dalle uccisioni: oltre 100 tra giornalisti e operatori dei media dal 7 ottobre. Non solo palestinesi, ma anche due israeliani e tre libanesi. In alcuni casi si è trattato di persone che al momento dell’uccisione indossavano le insegne per riconoscerli come operatori della stampa. Si parla anche di “omicidi mirati di giornalisti”: sono almeno cinque quelli certificati, ma si esaminano anche altre 10 morti sospette. Nella denuncia rientra anche il divieto di accesso a Gaza ai media indipendenti, oltre che la “detenzione arbitraria a livelli record”, con l’arresto di almeno 49 giornalisti e operatori dei media, “spesso senza accusa”.
Non mancano i casi di “sparizione forzata”, le “accuse di tortura e maltrattamenti”e la “censura e le gravi limitazioni della libertà dei media”. Accuse rivolte al governo israeliano e per cui la richiesta nei confronti dell’Ue è chiara: “Vi scriviamo oggi per chiedere la sospensione dell’accordo di associazione Israele/Ue, in quanto ha violato i diritti umani e il diritto penale internazionale, e l’adozione di sanzioni mirate contro i funzionari delle Idf e altri responsabili”. Una condanna dell’operato israeliano.