“A Bruxelles come sperano di migliorare il rapporto fra debito e Pil, se il Pil viene depresso dalle troppe tasse?”. Se lo chiede Pino Cabras, capogruppo M5S in commissione Esteri alla Camera, quadro direttivo della Sfirs, la finanziaria della Regione Sardegna.
Sarà una settimana cruciale in Europa per il confronto sulla procedura d’infrazione raccomandata dalla Commissione contro l’Italia. La linea è “trattare ma con fermezza”: su cosa il Governo non dovrebbe assolutamente cedere?
“La ricetta proposta ancora una volta dai padroni del laboratorio europeo è quella dell’‘austerità espansiva’, fallita già troppe volte. Va rigettata senza cedimenti, perché una strada diversa è prevista persino negli algidi trattati europei, con il sacro principio della ‘Solidarietà fra gli Stati membri’. A Bruxelles hanno deciso per anni che quell’ingrediente doveva restare una lettera morta sul ricettario. Nessun commissariamento della politica italiana deve essere accettato”.
Con il pareggio di bilancio in Costituzione, l’Italia ha rinunciato a un pezzo della sua sovranità in favore dell’Europa. Il Governo dovrà fare i conti con questo dato di fatto, non crede?
“Le classi dirigenti precedenti hanno lasciato questa ipoteca che ha contraddetto e manomesso decine di norme costituzionali che servivano alla Repubblica per rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano l’uguaglianza dei cittadini. Prima o poi dovremo abrogare la norma per ripristinare l’ordine costituzionale più coerente. Intanto dobbiamo combattere una battaglia in cui abbiamo ragione”.
Visti i limiti imposti dalla Costituzione e dai vincoli Ue, dire “basta austerity” non rischia di rivelarsi più un’aspirazione che un obiettivo realizzabile?
“La Costituzione ci dà ancora molte risorse per far prevalere l’interesse vitale della Repubblica, da proiettare in Europa, da paese fondatore. I vincoli europei sono stati interpretati per gli ‘amici’ – che magari trasgredivano allegramente i parametri – e applicati contro i ‘nemici’. Non potranno tirare troppo la corda, ora che a Roma non trovano complici”.
Facciamo un esempio. Come si concilia la Flat tax con la richiesta dell’Europa di abbattere il debito?
“Faccio l’esempio opposto: a Bruxelles come sperano di migliorare il rapporto fra debito e Pil, se il Pil viene depresso dalle troppe tasse? Una grande scossa fiscale permette un’economia più prospera in grado di render sostenibile il debito. Sul modo in cui si può diluire l’effetto di forti riduzioni fiscali ho proposto una soluzione: l’adozione di sconti fiscali differiti, o certificati di credito fiscale, una proposta più evoluta rispetto ai minibot, e perfettamente compatibile con le regole europee”.
Ecco, tante polemiche ha suscitato proprio la proposta dei minibot per pagare i debiti della Pa. Il problema però esiste, come si risolve?
“Molte di queste polemiche si spengono all’istante quando sgombriamo il campo dall’equivoco di fondo: le misure fiscali come i minibot o gli sconti fiscali differiti non sono intese a uscire dall’euro, ma al contrario, a restarci con una capacità fiscale in grado di renderlo sostenibile. Meno allarmi, un tavolo di sistema e ci capiremo sugli intenti”.