Schiaffi, insulti, minacce, quando va bene. Ormai gli ospedali e gli ambulatori sono diventati vere e proprie trincee per gli operatori sanitari che subiscono una media di tre aggressioni al giorno. Basti pensare che solo nell’ultimo anno i casi di violenza verso infermieri e medici sono stati tremila, di cui, secondo i dati Inail, solo 1200 denunciati per paura di ritorsioni. L’ultimo qualche settimana fa a Crotone, dove una dottoressa è stata picchiata a colpi di cacciavite.
Una spirale di odio che continua ad aumentare e che costringe i professionisti già sotto organico a lavorare in uno stato di paura e rassegnazione. Ora però chi aggredirà il personale sanitario non se la passerà più tanto liscia. Perché oggi riprende l’esame in Commissione del disegno di legge presentato dalla ministra della Salute Giulia Grillo. Un provvedimento che dovrebbe mettere la parola fine a questa escalation di violenza.
Come prima cosa verrà ripristinato l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie, istituito già presso il Ministero da marzo dello scorso anno. L’Osservatorio, com’era previsto e soprattutto senza nessun costo ulteriore, dovrà monitorare gli episodi di violenza e proporre alla ministra le misure per ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti come i pronto soccorsi, oltre a verificare che ci siano le garanzie dei livelli di sicurezza previsti nei luoghi di lavoro.
Grazie all’aiuto dell’Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), l’Osservatorio acquisirà i dati regionali relativi all’entità e alla frequenza del fenomeno, anche con riguardo alle situazioni di rischio o di vulnerabilità nell’ambiente di lavoro. Ma tra le novità più importanti introdotte dal provvedimento c’è l’integrazione dell’art. 61 del Codice penale, con l’inserimento di un’ulteriore aggravante nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce a danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, in ogni circostanza e contesto, compreso quello privatistico.
In pratica un’inasprimento delle sanzioni penali per chi prova anche soltanto a sfiorare un medico o un infermiere. Un gesto, ha affermato Grillo, con cui intervenendo sul codice penale, in realtà si andrà a tutelare meglio il diritto alla salute, che dipende molto dalla serenità con cui operatori sanitari si trovano a dover fronteggiare situazioni di tensione. Nel disegno di legge però non verrà riconosciuto lo status di pubblico ufficiale ai professionisti, in quanto secondo la ministra “il personale medico e sanitario si sarebbe visto addossare anche un insieme di oneri ed incombenze, connessi alla funzione di pubblico ufficiale, comunque esorbitanti rispetto al proprio ruolo”.
Insomma, far lavorare meglio i medici già costretti a turni massacranti è l’obiettivo della Grillo: “Faremo di tutto per proteggere chi si prende cura di noi con tanto sacrificio perché il servizio sanitario nazionale ha il doppio dovere di tutelare pazienti, ma anche di garantire l’incolumità di chi vi opera”.