“Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i Cinque Stelle. Inizio a notare troppi accoppiamenti fra Pd e 5 Stelle, troppa sintonia”. E’ quanto ha detto il leader delle Lega, Matteo Salvini, intervenendo a Verona. “No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari – ha detto ancora Salvini – riapriamo i porti. Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.
“I primi sei mesi di governo Salvini si presentava come una persona interessata ai problemi della gente – ha replicato il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, nel corso di un’intervista a Matrix su Canale 5 che andrà in onda stasera -, ora non lo riconosco più. E’ come si fosse tolto la felpa e avesse messo l’abito buono della vecchia politica. Nel caso Siri si è schierato a difesa della casta”.
A proposito delle reazioni del ministro dell’Interno, in un’intervista a Repubblica, Di Maio invita ad “abbassare i toni, evitare di soffiare sul fuoco”. “Ho fatto tante piazze – ha aggiunto il leader M5S – e non ho mai avuto di questi problemi. Chi viene a protestare per delle vertenze, lo incontriamo sempre. L’unica paura che ho è che l’esasperazione di certi toni possa aumentare il livello di tensione sociale. L’ultradestra è un pericolo, siamo in democrazia”. Quanto al caso Siri, “ha svelato una faccia della Lega che pensavo appartenesse al passato. Ora anche il riavvicinamento in Europa con Berlusconi…”.