“Un plauso va alla reattività dei colleghi della questura di Trieste. Abbiamo pagato un prezzo altissimo ma la professionalità dei colleghi ha impedito che la dimensione della tragedia fosse molto più ampia. L’assassino aveva due pistole in mano, a 150 metri dalla questura c’è piazza dell’Unità d’Italia e se l’assassino ci fosse arrivato avremmo pagato un prezzo ancora più alto”. E’ quanto ha sottolineato il capo della Polizia, Franco Gabrielli, parlando a L’aria che tira della sparatoria di venerdì scorso nella Questura di Trieste costata la vita a due agenti.
“Non c’è correlazione – ha spiegato il capo della Polizia – tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi. Al di là della sicumera di qualcuno quanto accaduto appartiene a quell’ambito di imponderabile che c’è anche nel nostro lavoro. A volte ho avvertito quasi una sorta di pietoso giudizio negativo sull’operato di questi ragazzi ma ci si dimentica del contesto, del fatto che non stiamo parlando di una persona che aveva compiuto un reato gravissimo: aveva commesso una rapina che si definisce tale perché aveva usato violenza nei confronti della proprietaria del motorino, una cosa non di poco conto ma che va inquadrata nell’economia complessiva delle cose che siamo chiamati ad affrontare”.