Fa discutere la candidatura a tre punte, Cortina-Milano-Torino e senza una città capofila, avanzata ieri dal Coni di Giovanni Malagò. L’innovativa proposta avanzata dal Coni, frutto del lavoro della commissione di valutazione coordinata dal segretario generale Carlo Mornati, è finalizzata a permettere all’Italia di ospitare i Giochi Olimpici invernali del 2026. Un’accurata opera di mediazione per venire incontro alle richieste del governo “cercando di non scontentare nessuno”, come spiegato dal presidente del Comitato olimpico nazionale italiano Malagò, che ha anche ottenuto il via libera da parte del Cio per una proposta innovativa, “una novità assoluta nella storia del processo delle candidature”, un’ipotesi per ora mai presa in considerazione. “Le tre città – ha precisato il presidente del Coni – saranno co-firmatarie del dossier: è una cosa molto bella e importante. Abbiamo fatto un capolavoro di diplomazia nel rispetto di tutte le candidate e valutando il rapporto costi-benefici. In assoluto questa è l’ipotesi che costa meno e ha molte più chance delle altre. Che nome avrà la candidatura? Non lo sappiamo ancora, sicuramente qualcosa con le sigle delle tre città”.
Ma la situazione è complessa. Perché, dopo aver obbligatoriamente passato la palla al Coni per la scelta della candidatura migliore, ora il governo sembra intenzionato a riprendersela per verificare la compatibilità del futuro dossier con le linee guida poste lo scorso mese e forse addirittura per incontrare le tre città. A mettersi subito di traverso è stato però il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha inviato una lettera a Malagò per annunciare il passo indietro della città meneghina: “Milano si dice dispiaciuta della decisione presa dal comitato olimpico nazionale e annuncia a sorpresa il passo indietro dalla candidatura ‘unitaria’ disegnata martedì. Rimane un generico impegno a offrire supporto logistico per qualche gara”.