A dare la misura che, nonostante i passi in avanti fatti con la mediazione del presidente americano Donald Trump, tra Russia e Ucraina ancora alcune distanze rimangono per arrivare alla fine del conflitto, ci sono due dichiarazioni separate della Casa Bianca sui colloqui in Arabia Saudita che gli Usa hanno avuto con Mosca e Kiev.
Cinque i punti dell’intesa raggiunta nei negoziati, come si legge nelle dichiarazioni quasi fotocopia diramate dalla Casa Bianca, una congiunta Usa-Ucraina e l’altra congiunta Usa-Russia. Quattro capitoli sono identici nelle due versioni.
I punti dei ngoziati tra Usa e Kiev e tra Usa e Russia
Al primo, si è concordato di garantire una navigazione sicura, eliminare l’uso della forza e prevenire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero. Al terzo si dice che saranno messe a punto misure per attuare l’accordo per fermare gli attacchi contro gli impianti energetici di Russia e Ucraina, rimasto lettera morta finora.
Al quarto si assicura che le parti accolgono con favore i buoni uffici dei paesi terzi al fine di sostenere l’attuazione degli accordi in materia di energia e di navigazione.
Infine, le parti continueranno a lavorare per raggiungere una pace duratura.
Il punto della discordia: l’allentamento delle sanzioni sull’export agricolo russo
Ma è il secondo punto, diverso nei due comunicati, ad aver provocato maretta. Nella versione Usa-Ucraina, si legge che gli Stati Uniti rimangono impegnati a contribuire allo scambio di prigionieri di guerra, al rilascio dei detenuti civili e al ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza.
Nella versione Usa-Russia, si dice che Washington “contribuirà a ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, a ridurre i costi dell’assicurazione marittima e a migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni”.
Ovvero gli Usa si adopereranno per far revocare le sanzioni nel settore agricoltura. E che l’interpretazione fosse questa lo ha confermato il Cremlino.
La Russia è in attesa della “revoca delle sanzioni”, in particolare quelle imposte alla sua grande banca agricola Rosselkhozbank, su alcuni “produttori ed esportatori di prodotti alimentari e fertilizzanti”, nonché quelli rivolti alle “compagnie di assicurazione”, ha chiarito una nota.
Zelensky si è subito opposto. “Faremo la nostra parte per attuare gli accordi”, ha detto, che sono “un passo nella giusta direzione” anche “se è troppo presto per dire se funzioneranno”.
Ma sull’annuncio dell’amministrazione americana sulla riapertura dei mercati mondiali ai prodotti agricoli russi ha opposto resistenza. “Pensiamo che sia un indebolimento della posizione e un indebolimento delle sanzioni”, ha chiarito.
L’avvertimento dell’Ucraina su un’eventuale rottura della tregua nel Mar Nero
Altra questione, l’area di cessate il fuoco nel Mar Nero. E su questo è intervenuto il ministro della Difesa Rustem Umerov. “Ogni movimento delle navi militari russe al di fuori della parte orientale del Mar Nero costituirà una violazione dello spirito di questo accordo”, ha spiegato, e “l’Ucraina avrà pieno diritto di esercitare il diritto all’autodifesa”.
Tutti d’accordo invece che la tregua, che sia marittima o per gli impianti energetici, sia monitorata da Paesi terzi. “Qualcuno dall’Europa o, per esempio, la Turchia possono essere coinvolti nella parte marittima e forse qualcuno dal Medio Oriente sulla parte energia”, ha sottolineato Zelensky.
Trump, commentando gli accordi, ha rivendicato i passi in avanti compiuti, sottolineando che le trattative “stanno andando bene”.
Giovedì vertice dei volenterosi a Parigi
Zelensky ha poi lanciato un appello alla chiarezza agli alleati su un’eventuale missione di peecekeeping, alla vigilia del nuovo vertice dei volenterosi convocato per giovedì a Parigi.
“Il nostro compito è quello di arrivare al risultato di capire chi abbiamo e chi è pronto” a contribuire per mettere in piedi questo contingente per monitorare il rispetto di un futuro accordo tra Mosca e Kiev.
“Questi sognatori stanno dimostrando la loro totale incompetenza politica ogni giorno che passa”, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov commentando l’idea di forze europee di “peacekeeping” in Ucraina.