A Gaza la tregua regge, ma la pace latita. La liberazione dei primi ostaggi da parte di Hamas in cambio della pausa dell’offensiva delle forze israeliane e della liberazione di un certo numero di palestinesi detenuti per reati anche di terrorismo, ma non responsabili di omicidi, viene sfruttata per preparare le fasi successive del conflitto.
Dai miliziani islamici per riposizionarsi fra le macerie e i bunker della striscia e dalle forze speciali di Tel Aviv per individuare e distruggere i centri nevralgici del dedalo di gallerie sotterranee che hanno finora consentito ad Hamas di continuare a lanciare missili e droni contro le città israeliane e a sottrarsi ai bombardamenti che seguono di pochi minuti l’individuazione dei punti di lancio. L’intelligence di Gerusalemme sta raccogliendo tutti i dettagli delle testimonianze degli ostaggi liberati e prepara i blitz dei commandos per strappare dalla prigionia gli altri ostaggi.