di Angelo Perfetti e Stefano Sansonetti
Tre procure della repubblica hanno deciso di passare al setaccio il poliedrico mondo dei “Gratta e Vinci”. In particolare i pubblici ministeri di Varese, Lodi e Rimini stanno verificando se le ultime lotterie istantanee indette dai Monopoli di Stato abbiano rispettato i contenuti del recente decreto Balduzzi, soprattutto nella parte in cui impone di riportare sui tagliandi un avvertimento sul rischio di dipendenza dal gioco e l’indicazione delle probabilità di vittoria. Questione complicata, dibattuta proprio dopo l’entrata in vigore del decreto n. 158 del 13 settembre 2012, che porta il nome dell’ex ministro della sanità dell’allora governo guidato da Mario Monti. I fascicoli sono stati aperti a seguito di diversi esposti presentati da Osvaldo Asteriti, legale dell’associazione Asdi contro il gioco d’azzardo. In base alla denuncia, ora al vaglio degli inquirenti, tra il 13 settembre del 2012 (data di entrata in vigore del decreto Balduzzi) e il 31 dicembre dello stesso anno i Monopoli hanno indetto tre nuovi “Gratta e Vinci” riversando sul mercato 117 milioni e 360 mila biglietti. Tutti quanti però, sostengono gli esposti, risultano privi dell’indicazione imposta dall’art. 7 del decreto Balduzzi, il quale al comma 5 stabilisce che “formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, nonché le relative probabilità di vincita, devono altresì figurare sulle schedine ovvero sui tagliandi di tali giochi”. Il tutto, prosegue il comma 7 dello stesso articolo, “con efficacia dal 1° gennaio 2013”. Quello che si è aperto, quindi, è un fronte giudiziario su un settore del gioco che, come dimostrato dall’inchiesta de La Notizia del 24 ottobre scorso, offre scarsissime possibilità di vincere i premi più grandi, con una forchetta che oscilla tra lo 0,00003 e lo 0,00006%. Mentre la media delle possibilità di vittoria comunicate dai Monopoli, fissata in una chance ogni 3,6 biglietti, si riferisce solo alla possibilità di vincere i premi minimi, quelli che consentono soltanto di recuperare la giocata. Il tutto in un contesto in cui in Italia le lotterie istantanee sono gestite dal concessionario unico Lottomatica, che fa parte del gruppo De Agostini.
La questione
Ora, i Monopoli di stato hanno indetto quattro lotterie istantanee dal 13 settembre 2012, data di entrata in vigore del decreto Balduzzi. Tre di queste (“Regali di Natale”, “Oroscopo Fortunato” e “Vegas Casinò”) sono state lanciate con decreti firmati dal vicedirettore delle Dogane e dei Monopoli, Luigi Magistro, rispettivamente il 24 settembre, il 29 ottobre e il 10 dicembre 2012. Con effetti a valere rispettivamente dal 15 ottobre, dal 3 dicembre e dal 31 dicembre del 2012. Sui facsimile di “Oroscopo Fortunato” e “Vegas Casinò”, riportati nei decreti di indizione, effettivamente manca l’indicazione di quanto previsto dal decreto Balduzzi (mentre nel decreto di indizione di “Regali di Natale” non è contenuto il facsimile). Ad ogni modo tutti quanti, secondo gli esposti presentati da Asteriti, non rispetterebbero la lettera della legge. I Monopoli, dal canto loro, respingono al mittente l’accusa, facendo notare che il decreto Balduzzi stabilisce la decorrenza di quest’obbligo dal 1° gennaio 2013, concetto confermato anche da una circolare emessa dalla struttura guidata da Magistro. Secondo la tesi portata avanti negli esposti, però, il decreto andrebbe interpretato nel senso che a partire dal 1° gennaio del 2013 le indicazioni sul rischio di dipendenza sarebbero dovute comparire su tutti i tagliandi in circolazione, senza distinzione tra biglietti emessi dopo tale data e quelli distribuiti prima. Anche perché, continuano gli esposti, il decreto Balduzzi sul punto non contiene alcuna disciplina transitoria. Insomma, contando le tre lotterie indette tra il 13 settembre e il 31 dicembre 2012, sono finiti sul mercato 117 milioni e 360 mila tagliandi che, secondo gli esposti presentati in procura, sarebbero irregolari. Situazione che, è scritto in particolare in uno degli esposti, può configurare anche l’ipotesi di immissione sul mercato di prodotti pericolosi, così come prevista nel Codice del Consumo.
Le inchieste
Al momento risultano aperte tre inchieste sulla vicenda, tutte contro ignoti. In campo c’è la procura di Lodi, che ipotizza l’inosservanza del provvedimento dell’Autorità di cui all’art. 650 del codice penale. Poi c’è la procura di Rimini, che indaga sull’eventuale immissione nel mercato di prodotti pericolosi, di cui all’articolo 112 del dlgs 206/2005 (Codice del consumo). Infine la procura di Varese, che vaglia l’ipotesi di omissione di atti d’ufficio di cui all’art. 328 del codice penale. A quanto risulta anche la procura di Trani starebbe aprendo un fascicolo, mentre altre procure del Nord, dopo un’iniziale attivazione, non avrebbero dato seguito agli esposti.
L’illusione del Gratta e Vinci. Il colpo grosso è solo uno spot
Se Prendiamo un “Turista per sempre” e paghiamo i 5 euro del costo del biglietto, in quel preciso momento stiamo siglando un contratto tra noi e Aams (cioè i Monopoli di Stato). Un contratto in cui c’è scritto che a fronte di un investimento di denaro c’è il rischio di perderlo tutto o al contrario la possibilità di guadagnare altro. Che il tagliando sia prezioso lo dice l’art. 4 del Decreto ministeriale 12 febbraio 1991 n.183, dove c’è scritto testualmente che “i biglietti per le lotterie nazionali ad estrazione istantanea costituiscono ‘valori’; la loro stampa… è riservata all’officina carte e valori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato”. Capperi, mica un pezzo di carta qualsiasi. Nessuno però ci dice che quel contratto dove c’è scritto in grande “200.000 euro subito + 6.000 euro al mese per 20 anni + 100.000 euro di bonus finale” potrebbe essere solo un’illusione. Eh già, perché l’unico premio scritto a colori sgargianti nel frontespizio (gli altri stanno dietro, in bianco e nero), e cioè il superpremio per cui tutti giocano, in realtà potrebbe essere stato già assegnato. Ma nessuno ce lo dice, lasciandoci così firmare ogni volta che giochiamo un contratto per un premio che potrebbe essere inesistente.
La grande illusione
L’esiguo numero di biglietti da Turista, infatti, non è dato sapere se sia stato già incassato. Monopoli di Stato non lo dice, Lottomatica (il concessionario) neppure. E fino a che ogni premio di quel gioco non sarà stato incassato, i biglietti continueranno a essere stampati e distribuiti come se nulla fosse. Un esempio? Ne possiamo dare 5, e tutti di recentissima soluzione. Il 10 ottobre 2013 sono stati ritirati dal mercato alcuni Gratta e Vinci: Batti l Banco, Dado Matto, La Fortuna Gira, Affari Tuoi e Oroscopo. Chissà quanti di voi hanno provato a grattare la fortuna su questi biglietti. Ma di certo non sapevate che Batti il Banco e Dado Matto risalgono addirittura al 2004, mentre gli altri sono tutti risalenti al 2007. Non sappiamo – perché non sta scritto da nessuna parte – quando i premi principali sono stati vinti. Ma sappiamo che ciò è accaduto, perché il tagliandi restano in circolazione fino a che l’intero montepremi (con uno scostamento dell’1, 2%) è stato assegnato. Già, ma magari ci si è messo anni per far uscire tutti i biglietti da pochi euro, mentre i premi veri sono finiti da tempo. Ecco l’illusione: il giocatore non ha modo di verificare se i premi per cui sta giocando siano effettivamente sul tavolo da gioco.
Un settore in crescita
Uno studio della Camera di Commercio ha evidenziato come il settore del gioco sia in continua crescita; nel giro di un solo anno le imprese coinvolte nel settore sono cresciute di oltre il 32% arrivando a sfiorare il totale di 9.300 nel 2013. Un boom di richiesta, una vera e proprio corsa al gioco. La gestione di apparecchi che consentono la vincita in denaro (sono esclusi quindi da questo conteggio gli apparecchi e congegni da divertimento ed intrattenimento senza vincita in denaro) sono raddoppiati nel giro di un anno passando da 705 a 1.348; raddoppiate anche le ricevitorie per un totale di circa 4.500 luoghi adibiti al gioco del Lotto, Superenalotto e Totocalcio.
L’aspetto piscologico
Quando si compila un Gratta e Vinci investi 5 euro non (solo) per vincere i milioni, ma per comprare un sogno, un emozione che dura fin quando il tagliando lo conservi nel cruscotto dell’auto o nella borsetta. Stante questo assunto, non è condannabile il gioco in sé, a patto però che non diventi patologico. E soprattutto a patto che le regole siano chiare. Invece, oggi come oggi, sembrano chiare ma non lo sono; siamo nel campo del verosimile, non del vero. Come detto, infatti, nessuno ci informa se il premio per il quale stiamo giocando non esiste più. Il che non rappresenta solo un handicap o una , ma intacca alla base il contratto di cui parlavamo all’inizio di questo articolo.
Comunque sia, vale la pena ricordarsi della regola aurea del gioco d’azzardo in ogni sua forma: nulla conviene davvero al giocatore, e tutto al banco. O chi per lui.