Onorevole Davide Tripiedi, fino a che punto il M5S è disponibile a aprire alle modifiche della Lega?
“L’obiettivo del Dl dignità è quello di contrastare il lavoro precario senza danneggiare le imprese, che vengono sgravate di una burocrazia eccessiva attraverso la disattivazione di adempimenti fiscali ormai senza senso. Tutti gli emendamenti che serviranno a migliorare ulteriormente il provvedimento saranno ben accolti. La priorità è difenderlo da possibili annacquamenti”.
Come intendete incentivare il lavoro a tempo indeterminato?
“C’è un utilizzo indiscriminato e spropositato delle tipologie contrattuali più precarie: bisogna disincentivare l’abuso dei contratti a termine intervenendo direttamente anche per incentivare quelli a tempo indeterminato. Mi riferisco in particolare alla riduzione del cuneo fiscale già citata dal Ministro Di Maio. Il decreto già aumenta dello 0,5% per ogni rinnovo a termine i contributi a carico delle imprese, ciò che favorirà indirettamente i contratti stabili. Stiamo valutando la possibilità di restituire questi contributi alle imprese che stabilizzano i lavoratori a termine”.
Confindustria rilanci sul rischio di una perdita significativa di posti di lavoro…
“Noi rispettiamo i pareri tecnici di chiunque, ma in questo caso siamo in completo disaccordo. Crediamo che quello dei contenziosi sia un falso problema, perché i posti di lavoro non diminuiranno. Le norme non creano né distruggono occupazione, ma intervengono sui diritti. I livelli occupazionali dipendono invece dagli investimenti, che rilanceremo con successive misure”.
Cosa ne pensa del lavoro fatto dall’Inps?
“È insolito che la relazione tecnica consideri gli effetti indiretti di un decreto. E ci chiediamo perché calcolare solo i presunti effetti negativi. La lotta al precariato produrrà maggiore stabilità lavorativa, che influirà positivamente sui consumi e sull’economia. E’ l’andamento macro dell’economia che influisce sulla quantità di occupati e disoccupati, non una norma che interviene sulle tipologie contrattuali. Non esiste che le imprese si rifiutino di assumere personale stabilmente mentre l’economia si sta espandendo”.