Che il decreto sicurezza bis fosse anticostituzionale i pentastellati lo hanno sempre detto, rivendicando su questo una convergenza con il Colle e col premier. Anche se il Quirinale, a cui il testo tanto caro al Carroccio è stato spedito assieme al decreto famiglia “per conoscenza”, ha sempre fatto sapere che il lavoro verrà valutato solo quando i provvedimenti avranno avuto il via libera ufficiale. Ma nel Consiglio dei ministri di ieri sera (ancora in corso mentre La Notizia va in stampa) il premier Giuseppe Conte avrebbe segnalato come alcune criticità registrate anche dal Colle. Ma tutto farebbe parte della trattativa in corso tra i due alleati di governo, una sorta di gioco tra le parti.
LA GIORNATA. Sul tavolo di Palazzo Chigi, in un Consiglio dei ministri spalmato in due momenti diversi della giornata, arrivano dunque i temi bandiera di Lega e M5S: il decreto sicurezza bis e quello per la famiglia. L’ordine del giorno però specifica che per entrambi si tratta dell’inizio dell’esame. Dentro anche le Autonomie di cui è previsto “un aggiornamento sullo stato dell’iter”. Le condizioni dettate dal M5S alla vigilia del Cdm erano state chiare: il decreto sicurezza bis deve prevedere un cambio di marcia sui rimpatri e non dev’esserci nessun ostruzionismo sul decreto per la famiglia. Luigi Di Maio ieri mattina lo aveva ripetuto: “Se ci sono i soldi e le norme per permettere all’Italia di avviare gli accordi e rimpatriare le centinaia di migliaia di migranti che sono in Italia sono d’accordo”.
E qualcosa al Viminale si è mosso. Le richieste di “aggiustamenti” dei pentastellati non cadono invano. A rivelarlo è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Che spiega di non aver “mai avuto perplessità”, ma che c’erano dei “dettagli tecnicamente sbagliati”. “Nessuna contrarietà sui punti del cosiddetto decreto sicurezza bis che riguardano in specifico il Mit”, precisa il ministro M5S secondo cui “da parte del dicastero di Porta Pia arriva un contributo decisivo a rendere il testo realmente efficace”. Tra gli interventi “suggeriti” anche “la confisca della nave che violi le norme sull’immigrazione”. “Il ministro dell’Interno – si legge nella bozza del decreto che circola poche ore prima del Cdm – può limitare o vietare il transito o la sosta di navi nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica”, informando “il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero della Difesa”.
CAMBIO DI PASSO. Ma la svolta è sui rimpatri: arriva un fondo ad hoc, al momento di 2 milioni per il 2019 che può arrivare fino a 50 milioni annui, per favorire i rimpatri dei migranti irregolari. Il leader della Lega Matteo Salvini ha fretta di portare a casa il decreto e, contemporaneamente agli aggiustamenti sul suo testo, apre sulla famiglia: “Sono pronto a votare il decreto famiglia, se ci sono aiuti a mamme e papà”. Il braccio di ferro sulle misure per sostenere chi fa figli si era concentrato sullo strumento: il Carroccio puntava su un paio di emendamenti al dl crescita, il M5S insisteva perché fossero dentro un decreto.
Un’ora prima dell’inizio del Cdm previsto per le 20,30 Salvini si scatena sui social: “Decreto sicurezza bis per combattere camorristi, spacciatori e scafisti, un fondo per difendere gli anziani truffati, pene più severe per chi abbandona o maltratta animali, telecamere in asili e case di riposo”, scrive. E in una diretta su Facebook: “Tra poco vado in Consiglio dei ministri per portare a casa il decreto sicurezza 2”. Ma bisogna pazientare un altro po’. La trattativa è in corso. Il clima da campagna elettorale non aiuta gli animi. A inacidire il clima le accuse di mancanza di imparzialità da parte del potente sottosegretario della Lega Giancarlo Giorgetti nei confronti del premier. Duramente respinte da Conte e dal M5S.