La Conferenza dei presidenti delle Regioni, che ieri è tornata a riunirsi e a confrontarsi col Governo in vista del ritorno fra i banchi previsto per il 14 settembre, ha avuto ieri sera l’ok definitivo dalla Conferenza Unificata sul documento per le linee guida del trasporto, uno dei punti di maggiore attrito nei giorni scorsi. Tre i punti: possibilità di occupare fino all’80% dei posti disponibili, seduti e in piedi, su tutti i mezzi (autobus, treni, funicolari, ecc…) come da libretto di immatricolazione; 300 milioni in più per l’acquisto di servizi aggiuntivi per coprire il 20% dei posti mancante; regole certe e rapide su eventuali subaffidamenti necessari a coprire il 20% rimanente del servizio, facendo anche ricorso a deroghe su divieti di subappalto, previsti nei contratti di servizio.
Sulle metropolitane, sugli autobus e su tutti i mezzi di trasporto pubblico locale devono essere installati appositi dispenser, anche in maniera graduale a partire dai mezzi più affollati, per la distribuzione di soluzioni idroalcoliche per la frequente detersione delle mani. Tutte novità che servono ad aumentare la capienza dei mezzi pubblici in condizioni di sicurezza, per favorire la ripresa ordinata dell’attività scolastica, economica e culturale del Paese. Con le misure organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19 sono state stabiite anche le modalità di informazione agli utenti.
MURO CONTRO MURO. Si trattava di condizioni indispensabili all’intesa sulle linee guida nazionali, aveva detto nel pomeriggio, prima di arrivare all’accordo, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti al termine della conferenza dei presidenti, le Regioni hanno fatto dunque fronte comune nelle richieste di modifica agli indirizzi del Ministero sui trasporti degli studenti. E nella seduta straordinaria della Conferenza Unificata convocata dal ministro Francesco Boccia l’intesa è finalmente arrivata.
Pochi giorni, dunque, per mettere in piedi un piano organizzativo per i mezzi pubblici che dovranno portare gli alunni a lezione, mentre l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha ribadito anche ieri – con firma sottoscritta anche dal ministro della Salute Roberto Speranza – le 4 misure chiave per ridurre il rischio Covid a scuola (norme igieniche, distanziamento, norme per salvaguardare bimbi e docenti fragili e didattica a distanza). Per quanto riguarda la data effettiva di ripartenza delle lezioni il governatore Toti è stato netto: “La scuola deve riaprire il 14 settembre. Non pensiamo di fare neanche un passo indietro su questo. E in questi giorni come Regioni stiamo lavorando e collaborando col Governo affinché si arrivi al risultato nel migliore dei modi”.
ORDINE SPARSO. In realtà su questo punto i territori vanno in parte in ordine sparso: le regioni Basilicata e Campania sono ancora orientate a far slittare la data di inizio delle lezioni anche per agevolare le operazioni elettorali in programma il il 20 e 21 settembre, come già deciso da Friuli, Sardegna, Puglia, Calabria e Abruzzo, che proprio ieri sera ha fissato l’inizio delle lezioni per il 24 settembre per tutte le scuole di ogni ordine e grado. In ogni caso il premier Conte ha ribadito anche ieri che “la priorità del Governo è riaprire la scuola”.