Avrebbe dovuto essere tra le altre cose il trionfo della trasparenza e invece a un anno e mezzo dall’approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza avere i dati sul suo avanzamento continua a essere un’impresa ostica. Nelle intenzioni del governo il sito Italia domani, andato online a inizio agosto, avrebbe dovuto essere il portale per il monitoraggio del Pnrr a disposizione di partiti, cittadini.
Ad un anno e mezzo dal via al Pnrr avere informazioni sul suo avanzamento è un’impresa
Peccato che da nessuna parte sia possibile monitorare con dati aggiornati il rispetto delle scadenze periodicamente previste dal piano. Si tratta di 190 miliardi di euro che arriveranno all’Italia dall’Unione europea entro il 2026, oltre ai 30 miliardi di euro del fondo complementare nazionale a supporto. Eppure solo con dati aperti, rielaboratili e pubblicamente disponibili si potrebbe chiedere conto alla politica di come si stia procedendo.
Per questo oltre 50 realtà del mondo civico hanno deciso di lanciare la campagna #ItaliaDomaniDatiOggi che chiede un maggiore impegno per la trasparenza alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e (appunto) il Pnrr, Raffaele Fitto (nella foto).
Gli estensori dell’appello ricordano come ne portale Italia domani siano presenti informazione solamente per 5mila progetti legati a quattro procedure di gara, per un valore complessivo di circa un miliardo di euro che risalgono al mese di maggio.
“Tuttavia nella seconda relazione che il governo Draghi ha presentato al parlamento nei primi giorni di ottobre, si legge che i progetti che risultano attualmente in corso sarebbero oltre 73mila. – scrivono – I dati mancanti sarebbero dovuti confluire in un unico database centralizzato attraverso il sistema informatico Regis. Un portale creato dal ministero dell’economia in cui tutti i soggetti coinvolti avrebbero dovuto caricare le informazioni legate agli interventi di loro competenza. Ma, com’è evidente, ciò non è ancora avvenuto. L’obiettivo di fornire a cittadini e realtà del terzo settore dati aperti e riutilizzabili a fini di monitoraggio peraltro doveva essere conseguito già nel 2021. Tuttavia i ritardi nell’implementazione della piattaforma avevano fatto mancare questo primo appuntamento. Successivamente, il governo aveva assicurato che tale infrastruttura sarebbe stata operativa entro il 30 giugno di quest’anno. Ciò anche a seguito di impegni presi con la Commissione Ue. Anche questo traguardo però è stato mancato”.
“Il Pnrr – si legge nell’appello – rappresenta una sfida epocale ed irripetibile per il nostro paese. Una sfida che avrà impatti significativi anche sulle generazioni future. Da questo punto di vista, la trasparenza e la disponibilità dei dati sono condizione essenziale per promuovere il dibattito, esercitare il controllo civico e intervenire per scongiurare sprechi ed errori”. In base ai dati disponibili, sappiamo già per certo che quest’anno l’Italia spenderà meno risorse del Pnrr rispetto a quanto preventivato.
Fino a oggi il nostro Paese ha ricevuto 67 miliardi di euro e il governo Draghi aveva dichiarato l’obiettivo di spenderne circa 20,5 miliardi di euro entro la fine del 2021, circa la metà rispetto alla spesa preventiva con la tabella di marcia originaria. Il 1° dicembre, un articolo pubblicato su La Stampa scriveva che la spesa entro la fine di quest’anno si aggirerà intorno ai 15 miliardi di euro, lontani anche dal traguardo fissato dal precedente governo. Quindi? A che punto siamo davvero?
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