dalla Redazione
Il dato è impietoso, come deve essere per un istituto di statistica. In due anni il Pil italiano è sceso di 63 miliardi, passando dai 1.425,5 miliardi del 2011 ai 1362,5 dello scorso anno. E’ quanto emerge dai dati, destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario, diffusi dall’Istat. Rispetto al 2012 il calo è di 26,5 miliardi. Il Pil 2013 non è ancora riuscito a ‘recuperare’ i livelli quando si attesto’ a 1393,5 miliardi di euro. Ma per non essere tacciati di disfattismo, registriamo anche l’unico minimo dato positivo che pure esiste: il lieve incremento rispetto al terzo trimestre. “E’ la sintesi – sottolinea l’Istat – i un andamento positivo del valore aggiunto nei settori dell’agricoltura e dell’industria e di una variazione nulla del valore aggiunto nel comparti dei servizi. Nel 2013 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’1,9%. I dati, spiega l’Istat, sono corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. Il quarto trimestre dello scorso anno ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre del 2012. Il lieve incremento congiunturale, rende noto ancora l’istituto di statistica, e’ la sintesi di un andamento positivo del valore aggiunto nei settori dell’agricoltura e dell’industria e di una variazione nulla del valore aggiunto nel comparto dei servizi. L’Istat aggiunge infine che la variazione acquisita per il 2014 è nulla.