Eppure si fanno chiamare “onorevoli”. Ma di onorevole il comportamento di certi parlamentari ha ben poco davvero. Ancora non si sono esaurite le polemiche per l’infelice uscita del deputato leghista Alessandro Pagano – che due giorni fa ha definito la cooperante Silvia Romano rientrata in Italia dopo 18 mesi di prigionia “neo terrorista” per il fatto di essersi convertita all’Islam – che già l’Aula della Camera è di nuovo teatro di episodi di cattivo gusto. Certo non quello che ci si aspetta da chi dovrebbe sedere fra quegli scranni per rappresentare la collettività, soprattutto in un momento tanto delicato per il nostro Paese. Invece la pandemia ha finito per esacerbare ancor di più gli animi: tra maggioranza e opposizione il clima è rovente e le urla, le accuse reciproche e i gestacci finiscono per avere la meglio sul merito degli interventi.
Del resto lo ha definito proprio così – clima da stadio – il leghista Daniele Belotti (nella foto), che ieri da buon ultras, ha pensato bene di replicare un tipico gesto da curva all’indirizzo del deputato del M5S Giovanni Currò, che durante una discussione sui lavoratori frontalieri, ha accusato la Regione Lombardia di aver fallito nel contenimento della pandemia. “Non ci ho visto più”, si è giustificato l’onorevole bergamasco. “Del resto ci hanno confinato lassù, nelle tribune degli ospiti, non sono certo uno da salotto e per me è come stare nel terzo anello di San Siro… ci stava quel mio gesto con le mani, il ‘ti faccio un culo così’, una cosa che a freddo non fai, ma siamo anche uomini. È stata solo una reazione istintiva, di fronte all’ennesima strumentalizzazione sui morti in Lombardia”. Voce storica del raduno di Pontida e noto tifoso dell’Atalanta, Belotti a marzo intervenendo in Aula si era commosso ricordando le vittime del Coronavirus nella sua città e l’intervento del pentastellato lo ha particolarmente irritato. Ma il suo gesto non è stato certo l’unico episodio della giornata non consono al luogo.
A scatenare altre urla da parte degli esponenti di centrodestra ci ha pensato Nicola Fratoianni di Leu, che ha invitato il presidente di turno Fabio Rampelli a far rispettare l’obbligo di indossare la mascherina invece di toglierla per “sputare minacce e insulti”. Pronta la reazione dell’esponente del Carroccio Edoardo Ziello: “Nessun deputato della Lega sputacchia, l’unico che sputacchia per insultarci è Fratoianni… Cazzo”. E mentre Rampelli prova a placare gli animi, prende la parola, nel caos generale, un altro leghista, Eugenio Zoffili, che se la prende col commissario all’emergenza Domenico Arcuri: “Non accettiamo la morale sull’uso della mascherina, fatela a Palazzo Chigi e ad Arcuri che oltre ad essere incompetente è anche antipatico agli italiani”. Triste epilogo della seduta di ieri, infine, l’ipotesi di reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato a carico dell’ex M5S (ora al Misto) e no vax convinta, Sara Cunial che ha definito il presidente della Repubblica considerato il protettore di uno “scientismo dogmatico che è la vera epidemia culturale del nostro Paese”. Salvo poi chiarire di essersi riferita a Giorgio Napolitano e non all’attuale inquilino del Colle Sergio Mattarella.