Un luglio caldo, caldissimo attende il governo tra provvedimenti da varare e decreti legge da convertire. In pole ci sono il decreto Semplificazioni, la madre di tutte le riforme per il premier, atteso nelle prossime ore a Palazzo Chigi. La manovrina da 10-20 miliardi per rifinanziare la Cig, ridare ossigeno a regioni e comuni, stanziare fondi per la scuola e molto altro ancora. Per metterla a punto il governo dovrà chiedere un nuovo scostamento di bilancio (il terzo) per cui è necessaria la maggioranza assoluta in Parlamento. Grande attesa poi per il Pnr (acronimo di Piano nazionale di riforma) che, ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sarà la base del nostro Recovery plan che presenteremo per accedere ai fondi europei.
La ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti spera, poi, in un’approvazione entro l’estate dell’assegno unico universale per i figli inserito nella riforma del Family act, approdato l’altro giorno nell’aula di Montecitorio. Tra i decreti che devono essere approvati entro fine mese si parte con il dl Rilancio, la maxi manovra da 55 miliardi. Arriverà nell’aula della Camera per l’inizio della discussione generale lunedì prossimo, 6 luglio. E’ prevista nel primo pomeriggio della stessa giornata l’apposizione della questione di fiducia, in vista del voto finale atteso il mercoledì successivo.
Il provvedimento passerà poi all’esame del Senato (deve essere convertito in legge entro il 18). In aula alla Camera da giovedì 9 luglio (scade il 14 luglio) il decreto sulle Riaperture. Entro quella data è da approvare anche il dl del 10 maggio, n. 30 “Misure urgenti in materia di studi epidemiologici e statistiche sul Sars-Cov-2”. A metà luglio il premier si presenterà alle Camere in vista del Consiglio Ue del 17 e 18 luglio. Previsto un voto ma difficilmente verrà tirato in ballo il Mes. Spinosetto il voto atteso sul rinnovo delle missioni militari, in particolare quella in Libia.
All’interno del provvedimento c’è l’accordo con Tripoli per fermare i migranti, stipulato dall’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti. Da tempo, in tanti dentro il Pd, hanno chiesto la revoca di questa intesa, sostenuta invece dal M5S. Il prossimo 14 luglio, poi, tutte le 14 commissioni permanenti della Camera sono convocate, tra le 13 e le 14,30, per rinnovare le rispettive presidenze. La stessa cosa avverrà nello stesso giorno in Senato. M5S dovrebbe conservare tutti i presidenti. Al Pd dovrebbero andare quattro commissioni (circolano i nomi di Pinotti, Parrini, Stefano e Taricco o Pittella). Iv ne chiede due o tre, tra cui la presidenza della Bilancio alla Camera (Marattin?). Ma se prenderà una di peso come la Bilancio probabile che avrà solo un’altra commissione.