Davide Casaleggio presenterà lunedì prossimo il nuovo piano per la piattaforma Rousseau per i 2020-21. Le parole chiave del nuovo piano – dice il figlio del fondatore – saranno territorio e merito. Il fine è quello di rafforzare l’assemblea degli iscritti e quindi di far aumentare e recuperare il peso gravitazionale della piattaforma Rousseau che è stata negli ultimi tempi sotto attacco da parte di numerosi parlamentari Cinque Stelle, anche per motivi economici. Casaleggio richiama in una intervista lo Statuto e la divisione ivi sancita tra l’iniziativa politica e il ruolo della stessa piattaforma che deve concretizzare poi digitalmente il tutto.
Questo nuovo programma avviene nell’immediato a ridosso degli Stati Generali appena conclusi e che hanno visto la non partecipazione di Casaleggio in polemica con gli organi dirigenti del Movimento. Si tratta dunque di un ramoscello d’ulivo o di una clava? Intanto, insieme a Di Battista è sospettato di voler minare la maggioranza di governo, ma in ogni caso – ha prontamente dichiarato Casaleggio – su un eventuale sua modifica decideranno gli iscritti su Rousseau, cosa che turba molto i piani alti M5S. Ma lo stesso Luigi Di Maio si è detto disponibile a trovare un accordo con Rousseau.
Casaleggio ha peraltro anche lanciato una campagna di autofinanziamento 2020-21 per sopperire ai mancati introiti da parte dei parlamentari insolventi ed ha fatto notare che non serve una nuova segreteria essendoci già il Team del Futuro. Insomma alla situazione è confusa ed ancora incerta, ma è probabile e auspicabile che si trovi un accordo: se M5S e Rousseau prendessero strade diverse, del resto, sarebbe un po’ come se la falce e il martello scomparisse dalle bandiere dei partiti comunisti.
Non bisogna infatti dimenticare che il concetto di democrazia diretta che è il fondamento del “dogma M”, cioè del Movimento stesso, passa e si invera proprio nella piattaforma digitale che permette un rapporto diretto e dematerializzato tra elettore ed eletto. Rinunciare a Rousseau vorrebbe dire snaturare profondamente la natura del Movimento e quindi meglio trovare un nuovo spazio collaborativo, magari rivisto alla luce del profondo cambiamento emerso nella società, come del resto è fisiologico. Il Movimento sarà più forte con un nuovo Rousseau mentre si avvierebbe verso una malinconica normalizzazione in sua assenza.