Ad attenderlo c’è la piazza gremita di Sabuadia, nota località balneare del Lazio in provincia di Latina. Niente costume da bagno né mojto, però, come al Papeete Beach di Milano Marittima. Stavolta Matteo Salvini si presenta in camicia e cravatta, accolto sulle note del Nessun Dorma, la celebre romanza della Turandot di Giacomo Puccini, per un lungo comizio. Oltre un’ora, sull’eco del trionfale Vincerò, per celebrare, dopo il via libera al Tav grazie all’inciucio con Forza Italia e Pd, le cose fatte (poche) in un anno: dal decreto Sicurezza e relativo bis a Quota 100 (varata ormai sette mesi fa).
E per riscrivere il Contratto di Governo. Anzi, per stravolgerlo. Invocando la separazione delle carriere dei magistrati e punizioni per le toghe che sbagliano; evocando il superamento dell’abuso d’ufficio e incensando trivelle e inceneritori. Per poi picconare Reddito di cittadinanza e salario minimo, sacrificabili sull’altare del taglio delle tasse. Una lista di misure che, solo ad elencarle, farebbe saltare sulla sedia l’ultimo degli elettori del Movimento Cinque Stelle, figuriamoci i vertici. Ma non è tutto. Il piatto forte, tra uno scatch e l’altro – molto apprezzato dal pubblico, soprattutto femminile, quello sul proprio girovita: “Omo de panza, omo de sostanza…” – arriva nel finale dell’arringa fiume: “Lunedì saremo a Roma per fare qualche chiacchierata… Ci siamo capiti”.
Un pizzino a Conte e a Di Maio dopo l’incontro con il premier di ieri a Palazzo Chigi? Di certo l’ennesimo ultimatum, stavolta con tanto di data di scadenza. Chi è pratico di questioni parlamentari spiega che per votare entro il 13 ottobre, ultima finestra utile in autunno prima dell’apertura della sessione di bilancio, si debba aprire la crisi entro martedì prossimo. Difficile prevedere se il matrimonio forzato tra Salvini e Di Maio resisterà all’ultima buriana. Se si consumerà il divorzio – atteso dai poteri forti come Babbo Natale dai bambini – o se, invece, si ripartirà con un Conte-bis, immolando qualche ministro grillino alla causa del Governo. Per i 5S tutto dipenderà dall’analisi costi-benefici. Non sul Tav ma sull’alleanza con la Lega.