Esiste o non esiste la maledizione del Senato? Non è come ai tempi della riforma Renzi-Boschi, quando i voti in aula furono funestati da una serie impressionante di accidenti, occhi bendati (Maurizio Sacconi), braccia ingessate (Roberto Calderoli), collassi tra i banchi (Consiglio Nunziante, Lega), cadute con lussazioni (Laura Bianconi, Ncd) e febbroni da cavallo (memorabile Karl Zeller, Svp). Ma a Senato&Cultura le vittime sono già due: Zeffirelli e Morricone, entrambi premiati dalla Casellati come “eccellenza italiana”.
Il primo è scomparso nel giugno 2019, due mesi dopo la cerimonia. Il secondo, premiato a gennaio 2020, ha resistito sei mesi. Si disse, ai tempi di Renzi, che a colpire era la maledizione di Spadolini, sicuramente contrario (anche dalla tomba) alla riforma ammazza-Senato. Qualcuno rispolverò, in alternativa, la leggenda del tempio massonico (menagramo) su cui sarebbe costruito il palazzo.
In ogni caso, nel superstiziosissimo mondo dello spettacolo molti ormai temono i premi della Casellati: d’accordo che Lina Wertmuller, premiata a maggio, gode di ottima salute, come la bravissima Carla Fracci, 84 anni, omaggiata di settembre (leggi l’articolo); ma visto che non c’è il due senza il tre, tra i possibili premiandi di sesso maschile la parola d’ordine è scaramanticamente una sola. Defilarsi.