Stupore: è questo lo stato d’animo che serpeggia in ambienti di Fratelli d’Italia di fronte all’ennesimo inconcepibile stallo che si è registrato anche ieri nel corso dell’ultimo vertice fra i leader del centrodestra, stavolta telefonico, per stabilire l’assetto definitivo delle candidature alla carica di governatore nelle regioni al voto a settembre. Lo stupore riguarda sia la tempistica che le trattative stanno richiedendo – soprattutto perché un accordo in realtà già è stato siglato mesi fa – sia il fatto che le frizioni riguardano due regioni, Puglia e Campania, dove i partiti che hanno la facoltà di mettere in campo i propri uomini non vogliono e non possono fare un passo indietro.
Così è per il forzista Stefano Caldoro, indicato per correre nella regione attualmente governata da De Luca e su cui Silvio Berlusconi non vuole cedere e così è per il candidato di Giorgia Meloni per sfidare Emiliano, Raffaele Fitto, che i sondaggi ad oggi danno in vantaggio di 10 punti percentuali. I numeri parlano chiaro ma nonostante questo, mentre per la Campania Matteo Salvini non mette in discussione il fatto che spetti a FI ma ha da obiettare solo sulla persona, nel caso pugliese vorrebbe addirittura avocare a sé la scelta sponsorizzando la candidatura del “suo” Nuccio Altieri. Scottato dalla fallimentare esperienza in Emilia Romagna, dove fece fuoco e fiamme per schierare la leghista Bergonzoni convinto di poter espugnare il fortino rosso, peraltro ben amministrato da Stefano Bonaccini, il Capitano ora vorrebbe sparigliare le carte e mollare la Toscana al suo destino (una più che probabile vittoria del centrosinistra) per accampare diritti sulla Puglia.
Che certo Meloni non ha nessuna intenzione di lasciargli, anche perché il ruolo da mediatrice che l’ha contraddistinta in tutti questi mesi all’interno della coalizione non può essere espletato in questa situazione, dove a fronte di una innegabile crescita esponenziale nel Paese – FdI veleggia ormai intorno al 15% nei sondaggi – è evidente la sottorapresentazione: ad oggi il suo partito governa con Marsilio solo in Abruzzo (circa 1 milione di abitanti) mentre sono 17 milioni i cittadini amministrati da governatori leghisti e circa 7 milioni quelli sotto la guida di un presidente forzista.