Daniela Torto, deputata abruzzese e capogruppo M5S in commissione Bilancio, che ne pensa della passerella a Pescara dei leader delle destre per Marco Marsilio e della sfilata dei ministri in Abruzzo?
“Marsilio e la sua Giunta hanno avuto cinque anni per poter realizzare le loro fantomatiche promesse con cui convinsero gli abruzzesi a votarli. Non sono riusciti a fare nulla, anzi all’Abruzzo è stato tolto tanto. E non lo dico io, ce lo hanno raccontato proprio i ministri del Governo Meloni che hanno fatto passerella negli ultimi giorni e che solo in questa campagna elettorale hanno capito dove si trova geograficamente questa terra. Del resto se Marsilio pensa che l’Abruzzo sia bagnata da tre mari…”.
Perché secondo lei gli abruzzesi dovrebbero domenica votare Luciano D’Amico?
“D’Amico è un figlio dell’Abruzzo. Qui è nato, cresciuto e si è affermato professionalmente. Ha due qualità fondamentali in più rispetto al presidente uscente per cui i cittadini lo voteranno e cambieranno pagina: la competenza e la capacità di ascoltare e conoscere il territorio da cui proviene. Due doti che gli abruzzesi, gente tosta che ama la propria terra, sapranno apprezzare”.
Come si ridà speranza alla sua terra? Ce le indica tre priorità?
“L’Abruzzo può ripartire se il nuovo presidente metterà al centro tre temi: il lavoro, sanità e valorizzazione delle aree interne. Il lavoro, e quindi l’occupazione, possono e devono ripartire con uno studio approfondito e con la valorizzazione del nostro territorio e delle nostre risorse. La sanità con il governo Marsilio è stata completamente disastrata. Occorre puntare su una sanità di prossimità, territoriale, che consenta a tutti i cittadini, anche quelli che vivono nei borghi più remoti e disagiati, di essere messi in condizione di venire curati e, in caso di urgenza, di essere salvati. Per quanto riguarda la valorizzazione delle aree interne della nostra regione: ci sono tanti, troppi piccoli comuni, che non possono più restare inascoltati e isolati sia dal punto di vista economico che da quello delle infrastrutture”.
Marsilio ha ridotto la Riserva del Borsacchio a un fazzoletto. Che idea si è fatta?
“La riserva del Borsacchio di fatto è stata cancellata ad opera del presidente Marsilio che ha dimostrato come la destra che ha governato l’Abruzzo sia arrogante e priva di scrupoli nei confronti delle comunità locali. Bisogna anche ricordare come si arrivò a questo vero e proprio scippo di circa 1100 ettari di terreno, attraverso un emendamento in legge di bilancio approvato di notte, col favore delle tenebre. L’ennesima prova che questo centrodestra non ha alcun interesse a tutelare l’ambiente, le aree protette e il benessere dei cittadini ma che guarda soltanto ai propri interessi personali”.
Che ne pensa della scelta di rifinanziare Roma-Pescara a pochi giorni dal voto, opera peraltro che lo stesso governo Meloni aveva definanziato?
“Il raddoppio ferroviario della Pescara-Roma è sicuramente un’opera che porterà un vantaggio all’Abruzzo, ma questo accadrà se non porterà ferite al territorio e alle comunità. Ricordo che il finanziamento che arriva a pochi giorni dalla fine della campagna elettorale non basta neppure alla realizzazione del primo e del secondo lotto. E soprattutto si basa su un tracciato vecchio di parecchi anni, che non tiene conto delle esigenze dei territori che lo andranno ad ospitare. Ancora una volta una piccola propaganda da parte di questa destra che consentirà a Marsilio di tagliare qualche nuovo nastro. Ma nulla di questo coincide con l’interesse dei cittadini”.
Lei nel corso del question time di qualche giorno fa ha chiesto al ministro Raffaele Fitto conto dello stralcio dal Pnrr di quasi duemila progetti per l’Abruzzo. Ci spiega meglio?
“Il ministro Fitto ha confermato che le risorse per 1860 progetti in Abruzzo sono state stralciate dal Pnrr. Non si capisce cosa abbia intenzione di fare questo governo: l’unica cosa certa è che si dimostra completamente impreparato e in uno stato confusionale. Non si sanno né i tempi né i modi per portare avanti questi progetti, non sappiamo quali andranno avanti, continuano a creare ritardi e difficoltà agli enti locali, già in grande affanno per l’enorme lavoro procedurale a cui questo governo li sta sottoponendo. In sostanza, Fitto ha smentito Marco Marsilio e, allo stesso tempo, ha prospettato per l’Abruzzo un futuro nero”.
D’Amico è sostenuto da un’ampia coalizione di forze progressiste che va da Azione e Italia viva fino al Pd e al M5S, cosa significherebbe una sua vittoria il 10 marzo da questo punto di vista?
“Non si tratterebbe della vittoria di una coalizione ma la vittoria di un programma, che è stato sostenuto da più parti politiche. Questo non indica il futuro di un progetto nazionale, ma più concretamente un metodo per poter sconfiggere le destre e pensare realmente agli interessi di una comunità”.