di Angelo Perfetti
La convivenza pacifica è certamente un fatto culturale, ma anche economico. Quando la crisi economica morde, se da una parte diminuiscono i cosumi dall’altra aumentano le intolleranze a chi viene percepito come una bocca in più da sfamare quando non addirittura un concorrente per la sopravvivenza. E le sopite spinte nazionaliste trovano nuova spinta per sgorgare, in mnaiera più o meno violenta. L’ultimo esempio è l’assassinio del ragazzo italiano ucciso in Inghilterra. Quattro presunti aggressori del nibionnesse massacrato di botte sono stati incriminati ufficialmente e domani saranno ascoltati dai giudici, ma gli investigatori hanno fermato anche altri sei indagati. Sono dieci in tutto quindi per ora i sospettati.
Stanno riemergendo in superficie “retorica nazionalista, risentimenti e pregiudizi contro immigrati e Rom”, mentre “i musulmani sono spesso visti come una minaccia all’identità nazionale”. Non sonp chiacchiere, ma i rilievi fatti dalla commissione Ecri, formata da esperti indipendenti dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa. Il rapporto constata che “l’accesso all’asilo è ancora difficile e limitato in alcuni Stati, con condizioni di accoglienza inaccettabili, mentre i tagli all’assistenza sociale in altri paesi hanno condotto a seri disordini e agitazioni”. Il comunicato del Consiglio d’Europa, riportando le conclusioni del rapporto, esorta i paesi membri ad “assumere la loro identità culturale e riconoscere il ruolo importante che l’immigrazione svolge nell’economia”. I paesi europei – si legge nel rapporto – devono ancora ‘’riconoscere la propria identita’ multiculturale’’ e ‘’l’importante ruolo che l’immigrazione svolge nell’economia. L’instabilità finanziaria ha aumentato il rancore e i pregiudizi nei confronti di immigrati, musulmani e gruppi di etnia rom’’, accrescendo cosi’ la diffusione ‘’di partiti xenofobi’’ che ‘’hanno ottenuto un piu’ ampio sostegno e rappresentanza in diversi parlamenti europei’’, concentrando le loro politiche ‘’sull’odio razziale’’ soprattutto ‘’via internet’’. Nel rapporto, la commissione ‘’si rammarica inoltre che in alcuni Paesi molti bambini rom sono ancora costretti ad affrontare ostacoli per l’accesso all’istruzione e subiscono atti di segregazione nelle scuole’’.