Era nell’aria e alla fine è arrivata la conferma. “Molte persone sono preoccupate per il governo perché ritengono sia pericolosissimo che non vi siano voci in dissenso. Poi c’è chi vorrebbe che io costruissi un altro movimento politico. C’è la necessità di nuove battaglie e di costruire le fondamenta per qualcosa di concreto. Se poi dovessero essere solide, quelle fondamenta, allora potremo costruire qualcos’altro. Non escludo la nascita di un altro movimento”. È chiaro l’ex condottiero del Movimento cinque stelle, Alessandro Di Battista, nell’intervista rilasciata al settimanale TPI in edicola da oggi.
Dopo tante voci, retroscena, rumors, arriva la conferma del diretto interessato. La ragione è piuttosto semplice: non trovando più spazio nel nuovo Movimento, reo secondo Di Battista di aver “dimenticato” cosa sia il “vero” Movimento cinque stelle, tanto vale fondare un qualcosa che possa – secondo l’ex deputato – riprendere il discorso di Gianroberto Casaleggio.
GUANTO DI SFIDA. Nel corso dell’intervista, però, Di Battista ha toccato anche altre tematiche: “Non mi interessa la mia personale battaglia, ma la collettività. Una forza politica potrebbe avere successo soltanto a fronte di una richiesta collettiva. Capirò con il tour se esiste questa domanda. Sicuramente c’è un enorme vuoto politico. Ma ci vuole molto tempo. Casaleggio ci mise 5 anni a creare il Movimento. Alcuni esponenti attuali del M5s mi hanno scritto ‘Che bello, finalmente un po’ di aria fresca’”.
L’ex deputato aggiunge: “Davide Casaleggio è un amico, lo stimo. Mi trovo in sintonia con lui sulla democrazia diretta. Ma è prematuro dire se sarà dei ‘miei’. Il fatto stesso che se ne sia andato dal M5s mi pare un segnale che si sia sentito tradito. Lui vuole proseguire il sogno del padre Gianroberto, quello della democrazia diretta, che poi è anche il mio sogno”. E ancora: “Non mi sono pentito di essere uscito dal M5s, anzi. Nonostante molti mi chiedano di rientrare. Ho rifiutato molte volte esperienze di governo per ragioni di coerenza, quindi ora meno che mai. Oggi non vedo alcun alleato politico con cui ragionare su un’alleanza. Meglio isolati che in un indecoroso assembramento”.
“Anche io credo che far parte del governo Draghi sia stato un tradimento da parte dei miei ex colleghi del Movimento”, prosegue Di Battista. “Perché, ad esempio, il Sì degli iscritti al Movimento affinché nascesse il governo era legato in larga parte al tema della transizione ecologica”. Una promessa che, secondo Di Battista, è rimasta completamente disattesa.
CHI POTREBBE ENTRARE. E ovviamente, come prassi vuole, dopo le parole circolate già da ieri di Di Battista hanno ripreso a circolare anche le voci di chi potrebbe entrare in un’ipotetica forza guidata da Di Battista. I nomi che insistentemente si fanno sono quelli di Barbara Lezzi e Nicola Morra e Alessio Villarosa su tutti. Ma anche altri “ex” guardano all’idea di un movimento “dibattistiano” con interesse, come il sempre più crescente Christian Romaniello.
La platea degli ex, però, è molto più estesa. E dunque l’idea di entrare in un movimento che possa riprendere le idee “tradite” a loro dire dai pentastellati, potrebbe far gola a tanti (non fosse altro per giocarsi il rientro in Parlamento con le prossime politiche). La prima prova, però, resta il tour di Di Battista. “Da lì – dice chi lo conosce bene – capirà se ha senso fondare una nuova forza politica o no”. Staremo a vedere.