di Stefano Sansonetti
Per 17 anni consecutivi è stata la signora indiscussa del debito italiano, la depositaria di ogni segreto nella gestione di una montagna arrivata a valere circa 2.300 miliardi di euro. Parliamo di Maria Cannata, super funzionaria del ministero del Tesoro che però, a inizio 2018, sembrava essere uscita di scena complice il raggiungimento dell’età pensionabile. E in effetti in quel periodo ha lasciato al suo braccio destro, Davide Iacovoni, la strategica Direzione che si occupa proprio di debito pubblico. Cannata fuori da via XX Settembre, quindi? Non proprio, se la stessa super funzionaria nel frattempo è rispuntata fuori come componente del Collegio degli esperti, organismo che svolge attività di studio e proposta nei confronti del medesimo Dipartimento del Tesoro. “A titolo gratuito”, si affretta a precisare al telefono la segreteria della struttura. Il vero punto, naturalmente, non è il compenso, ma il fatto che la Cannata sia ancora dentro via XX Settembre con un ruolo di consulente.
Tutto come prima – Il suo “recupero” forse è uno dei tanti segnali di tranquillità che il Ministero ha voluto dare all’esterno, soprattutto a quelle 18 banche, di cui 15 estere, alle quali lo Stato si affida per organizzare le varie aste di Btp e Bot. Con la conseguenza, come ha già ricordato La Notizia, di non poter esprimere una “sovranità” nella gestione dello stesso debito pubblico. Tra l’altro è appena il caso di ricordare che la Cannata, con la banca americana Morgan Stanley e altri ex pezzi grossi del Tesoro (Domenico Siniscalco, Vittorio Grilli e Vincenzo La Via), è sotto processo davanti alla Corte dei conti per presunto danno erariale derivante dalla chiusura anticipata di un derivato proprio con Morgan Stanley, costato al Tesoro 3 miliardi di euro.
Il dettaglio – Un’accusa che i diretti interessati hanno sempre seccamente respinto, ma dalla quale saranno comunque costretti a difendersi. Quando a inizio anno la super funzionaria abbandonò la Direzione del debito pubblico, si disse che il suo posto era stato lasciato al fedelissimo Iacovoni proprio per rassicurare le banche d’affari interlocutrici del Tesoro. Adesso addirittura viene fuori che la Cannata è rientrata in via XX Settembre come consulente. Una scelta che, in un modo o nell’altro, è destinata a far riflettere.