Dopo oltre due mesi di stop, dovuti alla crisi di governo e al lungo tempo trascorso prima che il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti si decidesse ad assegnare le deleghe ai sottosegretari, al Mise vengono finalmente riaperti i tavoli di crisi. La situazione è delicatissima.
Dall’inizio dell’anno le difficoltà in diverse aziende sono proseguite. Alcune sono rimaste nel limbo, nonostante il nuovo piano industriale sia ormai pronto, e in altre stanno per scattare decine di licenziamenti. La sottosegretaria pentastellata Alessandra Todde (nella foto), ottenuta nuovamente la settimana scorsa proprio la delega a una materia così complessa, ieri ha quindi effettuato le prime convocazioni sui casi più urgenti.
SI CORRE AI RIPARI. Attualmente i tavoli di crisi aperti sono 97, 35 dei quali relativi solo di monitoraggio, e tra pochi giorni si aggiungerà un altro tavolo. Oggi, sotto al Ministero dello sviluppo economico, andranno a manifestare i lavoratori della Embraco di Torino, per i quali si sta avvicinando terribilmente la data fissata per i licenziamenti. L’incontro tra Giorgetti e i governatori del Piemonte e del Veneto, Alberto Cirio e Luca Zaia, non ha sortito gli effetti sperati, e la Todde sta cercando di recuperare la situazione.
Così come sta accelerando sulla Dema, l’azienda di divani di Napoli, per cui manca invece solo la presentazione del piano industriale, e sulla marchigiana Elica, produttrice di cappe da cucina, con 500 persone che rischiano di restare in mezzo a una strada. “Ho definito il calendario delle vertenze che saranno convocate nelle prossime due settimane al ministero dello sviluppo economico”, ha dichiarato ieri la sottosegretaria pentastellata. Previsti dunque il 22 aprile il tavolo Dema, il 23 quello per Acc-Embraco, il 26 aprile per Blutec e Sider Alloys, il 27 per Treofan, il 28 per Whirlpool, il 29 per Elica e Industria Italiana Autobus e il 30 aprile per L. Foundry.
IL QUADRO. Per due mesi, prima dell’assegnazione delle deleghe, nonostante le numerose richieste unitarie delle organizzazioni sindacali al ministro Giancarlo Giorgetti, i tavoli di crisi non sono stati convocati. Con il Governo Conte 2, i tavoli si sono ridotti in un anno e mezzo da 150 a 97 e da lì la Todde dovrà ripartire. Troppo il tempo perso per via della crisi aperta da Matteo Renzi e poi per i tempi lunghi relativi alla formazione del nuovo esecutivo e all’assegnazione delle deleghe.
Fim, Fiom e Uilm, nelle scorse settimane, avevano sottolineato che non era più rinviabile l’apertura di un tavolo specifico per il settore dell’automotive e che la sola politica degli incentivi non era sufficiente. Inizialmente il ministro dello sviluppo economico aveva anche pensato a gestire in prima persona i tavoli di crisi ma poi ha fatto marcia indietro.