Tim, sciopero 21 giugno 2022: i dipendenti dell’operatore telefonico appoggiati dai sindacati nazionale e regionali scendono in piazza per protestare. Ecco le motivazioni e le possibile conseguenze per i clienti in giornata.
Tim, sciopero 21 giugno 2022: le motivazioni dei dipendenti
Martedì 21 giugno, i dipendenti dell’operatore telefonico della Tim sono in sciopero con la collaborazione dei segretari sindacali contro il “taglio del costo del lavoro, le ipotesi di scorporo della rete e per difendere una impresa decisiva”, dicendo “no allo spezzatino”. “Vogliamo difendere una impresa decisiva per il futuro del nostro Paese. E proprio perché dobbiamo rendere il Paese avanzato sul piano digitale e tecnologico è un errore quello di separare, spezzettare un grande gruppo anziché utilizzare tutte le competenze e le intelligenze al suo interno”, ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla manifestazione a Roma. Lo sciopero riguarda i 43 mila dipendenti della Tim, quinta azienda più grande Paese.
Le motivazioni dell’agitazione sono riportate anche in una nota ufficiale di USB, sindacato bolognese: “USB non ci sta a guardare passivamente la distruzione della nostra azienda e invita i lavoratori alla mobilitazione – si legge nella nota – Il 21 giugno è stato proclamato uno sciopero nazionale al quale USB aderirà convintamente, pur considerandolo tardivo, avendo denunciato in tempi non sospetti la china che il ‘nuovo management’ aveva intenzione di intraprendere. Con la sottoscrizione del nuovo accordo per l’uscita anticipata in art.4, commi 1, 7ter della Legge n.92/2012 di circa 1200 lavoratori, prima della presentazione del Piano industriale del 7 luglio alla comunità finanziaria e dell’indubbia nuova tornata di CIGS o contratto di solidarietà, possiamo tranquillamente mettere una pietra sopra la classe politica, ridotta a mera esecutrice delle volontà delle grandi multinazionali e degli squali della finanza”.
Inoltre, si aggiunge e si legge nella nota: “Sciaguratamente, l’unica strada che viene percorsa è quella degli interessi immediati, fatta di contenimento dei costi del lavoro, grazie a incentivi, esenzioni, facilitazioni, precarizzazione contrattuale per massimizzare i profitti, senza sviluppare una reale capacità industriale fatta di investimenti per il rilancio dell’azienda e il sistema paese”.
Le possibili conseguenze per i clienti
Durante la giornata di manifestazione del 21 giugno “potrebbero verificarsi disagi per la clientela in ragione dello sciopero indetto per l’intero turno di lavoro e rivolto a tutte le Società del Gruppo”. Lo annuncia il gestore telefonico Tim che sottolinea: “Restano garantiti, ai sensi delle vigenti disposizioni di regolamentazione dello sciopero, i servizi minimi di rete, di supporto al cliente e di assistenza tecnica”.
I sindacati di Slc Cgil, Fistel, Uilcom regionali, fanno sapere: “Le scelte scellerate di questo piano “distruttore” di una delle più grandi aziende del Paese mette a rischio il destino lavorativo di almeno quarantamila lavoratrici e lavoratori e di altrettanti dell’indotto, oltre che far collassare l’intero sistema delle telecomunicazioni in Italia.
Non possiamo accettare questo paventato “spezzatino” che punta esclusivamente ad una logica finanziaria e non industriale (innovazione, investimento, digitalizzazione ed infrastrutture per il Paese). Il rischio è troppo grande. Le conseguenze sia per la qualità del servizio che per i livelli occupazionali potrebbero essere drammatiche; sono questi i motivi che ci riporteranno in piazza con un intero giorno di sciopero. Sempre più indispensabile per noi diventa il coinvolgimento dell’intero settore, ma soprattutto la solidarietà dei cittadini lombardi, spesso e volentieri clienti TIM”.
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