Il Tg3 nell’edizione di oggi ha mostrato, in esclusiva, le immagini degli ultimi istanti del tragitto del funivia del Mottarone (qui il video), precipitata il 23 maggio scorso causando la morte di 14 persone (leggi l’articolo). La diffusione del video – acquisito dagli inquirenti della Procura di Verbania nell’ambito dell’inchiesta che al momento vede tre indagati – ha suscitato molte polemiche.
“Al Tg3 un documento esclusivo della cabina della funivia del Mottarone – si legge nel tweet diffuso dalla redazione del tg della Rai -, prima della caduta, agli atti dell’inchiesta sul disastro costato la vita a 14 persone. Le immagini per il loro contenuto potrebbero urtare la sensibilità di alcuni”.
Nel video, registrato dai carabinieri riprendendo un monitor, si vede la cabina 3 della funivia che si avvicina lentamente alla stazione di arrivo di Mottarone, a bordo ci sono le 15 persone, tra cui il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto, il padre e due donne. Le altre facce non si distinguono. All’improvviso La cabina si impenna. All’interno nessuno riesce a rimanere in piedi mentre scivola all’indietro. Fino al salto nel vuoto con l’impatto a terra.
Nell’inquadratura interna alla stazione del Mottarone, ripresa da una secondo telecamera, si vede l’addetto che attende l’arrivo della cabina alzare per un attimo la testa, come a guardare qualcosa che non va. Poi la fune si spezza, la cabina precipita e l’uomo corre a chiamare i soccorsi.
Il procuratore di Verbania: “Pubblicazione inopportuna”
“Ancor più del dato normativo, mi preme sottolineare la assoluta inopportunità della pubblicazione” delle immagini “che ritraggono gli ultimi drammatici istanti di vita dei passeggeri della funivia precipitata il 23 maggio scorso sul Mottarone, per il doveroso rispetto che tutti siamo tenuti a portare alle vittime, al dolore delle loro famiglie, al cordoglio di una intera comunità”. Commenta, in una nota, il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi.
“Portare a conoscenza degli indagati e dei loro difensori gli atti del procedimento a loro carico nelle fasi processuali in cui ciò è previsto, non significa per ciò stesso autorizzare ed avallare l’indiscriminata divulgazione del loro contenuto agli organi di informazione”, aggiunge il procuratore Bossi, precisando che le immagini erano depositate insieme agli atti dell’indagine e che la loro pubblicazione è vietata.
“Soprattutto – ha detto ancora il magistrato -, come in questo caso, in cui si tratta di immagini dal fortissimo impatto emotivo oltretutto mai portate a conoscenza neppure dei famigliari delle vittime, la cui sofferenza, come è di intuitiva comprensione, non può e non deve essere ulteriormente acuita da iniziative come questa”.
“Sono basita dalla pubblicazione del video sulla tragedia del Mottarone” ha detto, invece, la sindaca di Stresa, Marcella Severino. “Io mi ero proposta un silenzio stampa rispettoso della famiglie e delle vittime – ha aggiunto – e lo stavo portando avanti da giorni, anche perché volevo che le indagini facessero il loro corso mentre il territorio era impegnato a dare un segnale di vicinanza. La vista di questo video mi ha lasciato basita e credo non fosse opportuna nel rispetto delle vittime e dei loro famigliari”.
“Sono profondamente colpito dalle immagini trasmesse dal Tg3 – ha commentato il presidente della Rai, Marcello Foa -. E’ doveroso per il servizio pubblico, in circostanze come questa, valutare attentamente tutte le implicazioni, a cominciare da quelle etiche e di rispetto per le vittime e per i loro familiari, nella consapevolezza del peso mediatico ed emotivo di ogni immagine e di ogni commento”.