Toccherà all’Ad, Fabrizio Salini, chiudere il caso Tg1. Dopo la rissa sfiorata tra il direttore Giuseppe Carboni e il suo vice Angelo Polimeno Bottai, la vicenda è finita sulla scrivania dell’amministratore delegato Rai che dovrà prendere provvedimenti (formalmente la grana sarà risolta dall’ufficio competente di Viale Mazzini). E non si escludono sanzioni disciplinari. Entrambi i protagonisti hanno inviato una propria relazione. Ma come è nata la discussione?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stato il mancato coinvolgimento di Polimeno, a differenza degli altri vice, nelle nomine interne al Tg1. Oltre ad un contrasto per i turni: il vice sarebbe stato escluso dalle edizioni di punta del tg. Senza contare i dati sul tempo di parola dell’Osservatorio di Pavia relativi al periodo 8-11 aprile, troppo sbilanciati a favore del Pd (16,8) rispetto a M5S (16,1) e Lega (13,4).
Sulla questione delle nomine contestate, si è aperto un vero e proprio caso politico. “Una nuova infornata di 11 collaboratori di vario ordine e grado al Tg1, probabilmente per presidiarlo meglio. In Italia, giornalisticamente parlando, la parola pluralismo non significa pluralità di visione e interpretazione dei fatti… ma semplicemente spartizione”, ha commentato su Facebook il senatore e commissario M5S della Vigilanza Rai, Alberto Airola.
Caso sul quale è intervenuto oggi lo stesso Salini nel corso della sua audizione in Commissione vigilanza. “Sono emerse in questa sede – ha detto l’Ad di viale Mazzini – valutazioni sul direttore del Tg1 a senso unico che non condivido: gli è stata attribuita un particolare litigiosità. Io non la penso così, ma prima di attribuire responsabilità, attenderei l’inchiesta interna e non mi baserei solo sulla lettura dei giornali o impressioni che vengono da racconti diversi”.