Massimo dieci eventi annui esterni e due mensili. Questo è quello che i dipendenti Rai possono permettersi secondo quanto stabilito dall’amministratore delegato Carlo Fuortes. Una limitazione che ha fatto sobbalzare il consigliere eletto dallo stesso personale interno, Riccardo Laganà (nella foto). La ragione sta nel fatto che, secondo il membro del cda, in questo modo si svilisce ulteriormente il personale.
“In un’Azienda in cui non si conoscono procedure trasparenti di valutazione delle capacità individuali e mancano sicuri percorsi di crescita professionale fondati sul merito, al punto che tuttora mancano declaratorie contrattuali in molti ruoli, non si avverte l’esigenza di una disposizione che avrebbe come unico effetto quello di deprimere ulteriormente le motivazioni individuali e la volontà di crescita personale e di riflesso collettiva per Rai tutta”, ha commentato Laganà su Facebook.
Tra gli eventi in questione parliamo anche di moderazione o partecipazione a dibattiti e presentazione di libri. Parliamo cioè di attività che, secondo Laganà, “costituiscono un sicuro elemento di crescita professionale del richiedente di cui trae beneficio l’intera azienda”. Ma c’è di più: “Il contratto di servizio prescrive un generale obbligo di valorizzazione delle risorse interne. Non sono peraltro a conoscenza di fatti oggettivi e specifici per i quali le prestazioni esterne abbiano ridotto l’efficienza lavorativa o creato disservizi. Nel caso ve ne fossero, sarebbe auspicabile che il Cda ne venisse messo a conoscenza”.