di Fausto Cirillo
Povero Guglielmo Epifani. Al fragile segretario pro tempore del Pd tocca in queste ore il difficile compito di salvare la faccia di un partito che in appena un mese e mezzo ha triplicato in maniera sospetta i propri iscritti, offrendo all’opinione pubblica l’immagine di un apparato disposto a tutto pur di non perdere potere. Convocata in tutta fretta, la segreteria del partito ha così individuato all’unanimità la «soluzione più seria» per cercare di arginare la figuraccia in atto: fissare per lunedì prossimo la chiusura del tesseramento al Partito democratico. I signori delle tessere sono quindi avvisati. Restano loro solo pochi giorni per arruolare nelle loro fila altri extracomunitari, sbandati e altri personaggi improbabili. Dell’ipotesi Epifani parlerà al più presto anche con i candidati alla segreteria Gianni Pittella e Giuseppe Civati, che non sono rappresentati nel massimo organo dirigente del partito. «È una piccola modifica al regolamento del congresso, secondo me di grande buon senso» ha spiegato. «Abbiamo lavorato per rasserenare il clima, favorire la più ampia partecipazione e far sì che il giorno delle primarie ci sia il maggior numero di persone che vada a votare, e far emergere il confronto tra i candidati, poiché è finita la fase dei congressi territoriali». Tutto risolto quindi? Neanche per idea. L’ex tesoriere storico del partito Ugo Sposetti ha infatti sparato ad alzo zero contro le regole congressuali: «Anche un delinquente. Anche un evasore fiscale, un truffatore, un violentatore di minorenni. Con queste regole può votare il primo che passa. Tutti possono votare: con due euro e con queste regole anche persone di questo tipo se lo possono permettere». Quindi l’attacco al vetriolo contro il detestato sindaco di Firenze: «Chi si avvantaggia di più di questo caos – ha spiegato – è Renzi. Molti di quelli che con le scialuppe hanno attraversato lo Stretto di Messina e sono passati alla corte di Renzi, per essere accolti si sono presentati subito dopo con pacchetti di tessere. Sono disgustato per le manifestazioni davanti alle sezioni del nostro partito». Parole che hanno indignato molti senatori del Pd, il più caustico dei quali è stato Andrea Marcucci: «Sposetti è uscito di senno. Rientri nel pieno delle sue facoltà». Complimenti tra compagni.