Dopo tredici anni di costante crescita, per Tesla – società madre dell’impero di Elon Musk – è arrivato il primo storico calo di vendite. Nel 2024 la casa automobilistica ha consegnato poco meno di 1.800.000 veicoli, con un calo dell’1,1% rispetto al 2023. Nell’ultimo trimestre del 2024 le vendite sono state di 459.445 veicoli, sotto le attese che erano di oltre 500.000. Risultati che hanno fatto sprofondare il titolo a Wall Street, dove la perdita sfiora il 5%, con gli investitori che mettono in dubbio anche la previsione fatta a ottobre da Musk di un balzo delle vendite tra il 20% e il 30% nel 2025.
Pressato dalla concorrenza cinese e dai possibili dazi dell’amico Trump
Diversi i fattori che hanno portato ai dati negativi di oggi: il primo è la pressione esercitata dalla concorrenza cinese e dai timori per un rallentamento della domanda di veicoli elettrici. Sebbene Tesla rimanga il più grande produttore di veicoli elettrici al mondo, se la deve vedere con la cinese Byd, che nel 2024 ha battuto il record con 4,3 milioni di veicoli elettrici e ibridi venduti, registrando un incremento del 41,3% rispetto al 2023.
Per il Financial Times, sulla performance sotto le attese potrebbe aver pesato anche l’“attivismo politico” di Musk, che ha speso oltre 250 milioni di dollari per sostenere la campagna di Donald Trump. Un attivismo che aveva pagato però sul breve periodo, con le azioni di Tesla che erano salite vertiginosamente subito dopo le elezioni di novembre. Infine, secondo molti analisti, è improbabile che Tesla possa evitare le ripercussioni dei dazi promessi da Trump, vista la sua complessa catena di fornitura ei suoi legami commerciali con la Cina.
Ennesimo attacco di Musk al governo laburista di Starmer
Ma i dati economici non sembrano spingere Musk verso la moderazione, anzi. Oggi il multimiliardario è tornato ad attaccare il governo laburista di Keir Starmer. Stavolta l’uomo più ricco del mondo, designato alla guida del dipartimento per sburocratizzazione, ha preso di mira la giustizia britannica invocando la liberazione dal carcere di Tommy Robinson, alias Stephen Yaxley-Lennon: attivista storico dell’estrema destra extraparlamentare. Con un messaggio sul suo profilo X, ha denunciato come ingiusta l’ultima condanna, a 18 mesi di reclusione, inflitta nel Regno a ottobre a Robinson.
“Perché Tommy Robinson è detenuto in isolamento per aver detto la verità?”, si è chiesto polemicamente Musk, che in precedenza aveva accusato il governo Starmer di essere “tirannico.
Intanto l’Spd tedesca chiede chiarimenti a Trump
Ma Musk ha aperto un fronte anche con l’Spd tedesca dopo l’attacco di domenica scorsa al presidente della Repubblica federale, Frank-Walter Steinmeier, anch’egli definito “un tiranno antidemocratico” che “deve vergognarsi”. Il capogruppo del partito al Bundestag, Rolf Muetzenich, ha dichiarato allo Spiegel che “si supera il limite tra Stati amici” e che “sarebbe necessario fare chiarezza”, soprattutto per accertare quanto della “continua mancanza di rispetto, diffamazione e ingerenza nella campagna elettorale” sia da ricondurre alla prossima amministrazione statunitense.