La deputata europea leghista Silvia Sardone, solo per citare un esempio, sull’equazione “migranti uguale terroristi” ci ha costruito una carriera politica. “È del tutto evidente che l’immigrazione senza freni e i ‘porti aperti’ favoriscono l’ingresso di migranti che giungono in Europa anche con finalità di terrorismo”, scriveva in una sua interrogazione a Bruxelles quattro anni fa.
La deputata europea leghista Silvia Sardone, solo per citare un esempio, sull’equazione “migranti uguale terroristi” ci ha costruito una carriera politica
Il suo capo Matteo Salvini da anni fruga nei cassonetti della cronaca nera per soffiare sul pericolo percepito. La politica dovrebbe costruire il reale senza preoccuparsi di manipolare la realtà ma ai parlamentari della Lega risulta sempre molto complicato. Il ministro dell’Interno Piantedosi, epigone di Salvini sul tema, ogni volta che scoppia una guerra racconta fiero di avere “intensificato i controlli” come se i terroristi fossero sui barchini che affondano (e vengono fatti affondare) nel Mediterraneo.
I migranti, ancora di più quando le guerre fanno tuonare i cannoni, sono un’efficacissima minaccia comunicativa nonostante non siano una minaccia concreta. Il professore di sociologia della Statale di Milano Maurizio Ambrosini scrive spesso dell’infondatezza della giustificazione securitaria delle chiusure basata sulle minacce terroriste: “Gli immigrati diventano i capri espiatori delle angosce, spesso motivate, delle società occidentali”, scrisse in un suo studio del 2016. Ieri lo schiaffone è arrivato direttamente dall’intelligence italiana.
Gli analisti del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica nella nuova “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza” spiegano che “non sono emerse evidenze di un utilizzo strutturato” dei flussi migratori “per finalità di terrorismo”. Un altro grande insuccesso della propaganda.