Dalla prossima settimana inizierà per l’intero Paese la prima vera grande sfida dopo il lockdown. Riapriranno le scuole, i ragazzi torneranno in classe e da quando è scoppiata la pandemia l’Italia dovrà fare i conti con il primo reale incontro ravvicinato autorizzato tra più persone, per ripartire realmente, provare sul serio a tornare a una vita normale e cercare nonostante i tanti rischi potenziali a farlo in sicurezza. Un passaggio difficile, a cui da settimane il Governo sta lavorando, ma che per la Lega non è altro che un’occasione per lanciare uno spot contro l’esecutivo e in particolare contro l’esponente pentastellata Lucia Azzolina.
SOLITI VELENI. Ormai pronta la mozione di sfiducia annunciata nei giorni scorsi da Matteo Salvini nei confronti della ministra dell’istruzione. La Lega, dopo essersi confrontata con Forza Italia, piuttosto recalcitrante davanti a tale iniziativa, e Fratelli d’Italia, ha messo a punto il testo, che depositerà in Senato. E la richiesta di dimissioni della Azzolina verrà sostenuta dalle destre anche con una raccolta firma in piazza. “Mancano 60.000 insegnanti, 10mila aule, non ci sono i termoscanner, manca la metà dei banchi. Chi scherza sulla pelle degli insegnanti e delle famiglie non è degno di stare al governo di questo paese”, ha urlato anche ieri Matteo Salvini.
Ma la ministra Azzolina non si è lasciata intimidire, mettendo il dito nella piaga: “Sono diventata il pane quotidiano di Salvini. Ma vorrei chiedergli se lui si sia impegnato a collaborare un po’ sulla ripartenza delle scuole o se abbia solo usato il tema come una clave elettorale, terrorizzando famiglie e studenti. Ma ce l’ha una coscienza o ha solo gettato nel panico studenti e studentesse? Negli altri Paesi le opposizioni hanno collaborato con il Governo”. E a sostenere la Azzolina è stata anche la collega Luciana Lamorgese, ministra dell’interno. La titolare del Viminale ha infatti dichiarato che le lezioni devono ripartire “in presenza”, perché i ragazzi devono confrontarsi con gli insegnanti, auspicando che l’apertura della Scuola, con tutti gli accorgimenti posti in essere, possa avvenire “con serenità”.
“Le polemiche non possono che portare contrapposizioni – ha spiegato la Lamorgese intervenendo alla Festa nazionale de l’Unità – noi abbiamo bisogno in questo momento, anche per il bene dei nostri figli, di lavorare tutti insieme. Qualche piccola cosa ancora da sistemare ci può essere, come sempre, ma l’importante è governare le situazioni e non farsi travolgere dalle cose. Le polemiche devono trovare una sintesi, quello del bene dei nostri figli”.
IL PUNTO. Già ieri intanto sono tornati a scuola 19 bambini della scuola dell’infanzia di Vo’, il paese sui Colli Euganei dove è scoppiato il primo focolaio di Covid-19 in Veneto. Per gli studenti delle elementari e medie l’appuntamento è invece fissato per domani, in attesa che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si rechi nel paese simbolo dell’epidemia il prossimo 14 settembre per inaugurare l’anno scolastico 2020-2021. Per la maggior parte dei ragazzi la campanella suonerà comunque lunedì. In Campania invece il governatore Vincenzo De Luca ha deciso di rinviare l’apertura delle scuole al 24 settembre. “Il permanere di criticità rendono necessario prendere altri 10 giorni”, ha detto.