Dopo il terremoto di magnitudo 5.7, registrato alle 7.07 di questa mattina al largo della costa Marchigiana, nella provincia di Pesaro Urbino, la rete dell’Ingv ha localizzate altre 64 scosse, secondo l’aggiornamento fornito dallo stesso Istituto alle 13. Ma fortunatamente non sono stati segnalati crolli o particolari criticità.
L’Ingv in seguito alla scossa di terremoto registrata questa mattina al largo della costa marchigiana attiverà nuove stazioni di rilevamento
Di queste 64 scosse di terremoto: 12 hanno avuto magnitudo minore di 2.0, 41 magnitudo compresa tra 2.0 e 3.0, 9 tra 3.0 e 4.0, 1 tra 4.0 e 5.0 e 1 tra 5.0 e 6.0. Per quel che riguarda i terremoti più forti, analizzando i segnali sismici dell’evento principale che ha colpito la costa adriatica centrale, è stato possibile localizzare un terremoto di magnitudo 5.2 quasi un minuto dopo la prima scorssa, alle 7:08.
Per analizzare meglio la sequenza sismi in corso nelle Marche sono stati attivati tutti i Gruppi operativi in emergenza dell’Ingv e la sede di Ancona, la più vicina all’epicentro del terremoto di oggi. “In particolare – riferisce ancora l’Ingv -, il Gruppo Operativo Sismiko (coordinamento delle reti sismiche mobili Ignv in emergenza) è stato attivato per l’installazione di alcune stazioni sismiche temporanee a integrazione di quelle permanenti della Rete Sismica Nazionale (RSN) presenti in area epicentrale”.
“Nonostante la Regione Marche sia ben monitorata – riferiscono ancora dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia -, implementare la rete risulta molto importante per migliorare le localizzazioni ottenute dal personale turnista nella Sala di Sorveglianza Sismica e Allerta Tsunami della sede centrale di Roma”.
L’Ignv sta installando in queste ore ulteriori 8 stazioni di monitoraggio, “i cui dati saranno trasmessi in tempo reale al centro di acquisizione di Roma e saranno integrati, nel più breve tempo possibile, nel sistema di monitoraggio e sorveglianza sismica dell’Ingv”.
“Le nostre capacità previsionali sono su base statistica, modelli secondo i quali si ha un decadimento graduale con una serie di scosse che seguono quella principale” ha detto all’Ansa il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni aggiungendo che “non si possono mai escludere eventuali riattivazioni di piani di faglia e l’attivazione di nuove sequenze”. “È un’area notoriamente sismica – ha aggiunto – e dimostra la vitalità del sistema geologico italiano. L’epicentro è stato in mare, lontano da zone abitate, ma è un segnale da parte della natura che ci invita a fare sempre una giusta prevenzione”.
Doglioni: “È un’area notoriamente sismica. È un segnale da parte della natura che ci invita a fare sempre una giusta prevenzione”
“Le nostre capacità previsionali sono su base statistica, modelli secondo i quali si ha un decadimento graduale con una serie di scosse che seguono quella principale” ha detto all’Ansa il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni aggiungendo che “non si possono mai escludere eventuali riattivazioni di piani di faglia e l’attivazione di nuove sequenze”. “È un’area notoriamente sismica – ha aggiunto – e dimostra la vitalità del sistema geologico italiano. L’epicentro è stato in mare, lontano da zone abitate, ma è un segnale da parte della natura che ci invita a fare sempre una giusta prevenzione”.