Una lettera che avalla il decreto legge sul terremoto, ma non per questo meno piccata e piena di dubbi. Il discorso portato avanti dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, nella lettera inviata al premier Giuseppe Conte per annunciargli di aver promulgato la legge di conversione del decreto parla chiaramente di “aspetti di criticità” che “pur non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale, suscitano forti perplessità“. Per queste ragioni il Quirinale, pur approvando il decreto che contiene “ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016”, rimette “alla valutazione del governo l’individuazione dei modi e delle forme di un intervento normativo idoneo a ricondurre a maggiore efficacia, in tempi necessariamente brevi, la disciplina in questione”.
I punti di domanda – Insomma, il decreto ora è legge dato che l’inquilino del Colle non ha ravvisato profili manifesti di incostituzionalità. I dubbi, però, restano. A cominciare dal rischio abusivismo che si annida nelle maglie della norma: alcuni prefabbricati, costruiti per l’emergenza abitativa e in deroga alle norme edilizie ma destinati poi alla demolizione, potrebbero invece restare in piedi e diventare “una seconda casa”. Il pericolo da evitare, scrive Mattarella, è quello di “un utilizzo perpetuo di un immobile abusivo”. L’occhio di Mattarella, però, si è concentrato anche sul capitolo che riguarda la non punibilità e il blocco delle ordinanze della magistratura di demolizione per abusi edilizi, nelle zone terremotate di Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria. Stabilire, come fa la legge, l’inefficacia anche del sequestro preventivo di immobili è una scelta “lesiva dell’intangibilità dei provvedimenti giudiziari, sottrae alla magistratura la esclusiva competenza a valutare il permanere della necessità del sequestro preventivo”. La ragione di questi rilievi, verosimilmente, sono imputabili al fatto che il decreto, cammin facendo, si è gonfiato a dismisura: sul tavolo di Mattarella era arrivato all’inizio un testo di un solo articolo, con l’obiettivo di congelare le tasse nelle zone terremotate, ma si è ritrovato davanti un maxi-provvedimento di 21 articoli, dopo la conversione in Parlamento. Con dentro tutto il complesso capitolo della ricostruzione e delle casette prefabbricate nate sull’onda dell’emergenza.
Primo cartellino giallo – Le critiche di Mattarella, ovviamente, hanno offerto un pezioso assist alle opposizioni. “L’ansia da prestazione di questa maggioranza produce solo passi indietro”, ha attaccato la dem Stefania Pezzopane. Certo è che quello del Quirinale è un primo cartellino giallo a un testo del governo dopo un breve periodo in cui aveva atteso che l’esecutivo conducesse il suo normale e scontato periodo di apprendistato della funzione legislativa. Vedremo, ora, se i gialloverdi modificheranno il testo.