Per carità in una situazione di totale emergenza non si possono fare miracoli. Ben diverso è se si fanno promesse e non si mantengono. Perché nei giorni successivi al sisma che, esattamente un anno fa, ha devastato il Centro Italia di promesse ne sono state fatte tante. Peccato che, poi, ne siano state mantenute ben poche. La denuncia è arrivata in un dossier presentato proprio ieri dal Gruppo Forza Italia alla Camera dei deputati.
Il dato che balza subito agli occhi è quello relativo alle casette di legno. Gli azzurri denunciano che su circa 3.700 casette ordinate per far fronte all’emergenza abitativa ne siano state consegnate complessivamente 750 ai sindaci. “Un passaggio chiave che sottolinea ancora la farraginosità dei provvedimenti varati dal governo”, si sottolinea nel dossier, “che hanno generato difficoltà addirittura per individuare il definitivo posizionamento di queste casette in legno, per le quali sarebbero necessari in ogni Comune, ben 11 provvedimenti da parte delle diverse amministrazioni (Comunali, Regionali e Centrali)”.
Un migliaio sono le persone che vivono nei container. Si tratta degli agricoltori della zona del cratere che sostanzialmente non avevano altra scelta per restare sui campi con i propri animali fonte di reddito. Circa 37mila, invece, le persone che usufruiscono del contributo statale per affittare una casa.
Drammatica la situazione della viabilità. Sono otto gli intreventi in corso, soltanto due quelli completati, e ben 408 i progetti che chissà quando e semmai vedranno la luce. Situazione complessa anche quella che riguarda le scuole visto che il 35% risultano inagibili, mentre non agibili sono il 51% del totale degli edifici pubblici. Sempre a proposito di cemento occore ricordare che a un anno dal sisma le macerie sono ancora quasi tutte lì essendone stato ritirato meno del 9% del totale.
Quel che sarà d’ora in avanti non è ancora noto. A settembre scade il mandato del commissario straordinario Vasco Errani che non ha intenzione di rinnovarlo. I sindaci della zona invocano un commissario straordinario tecnico e non politico che possa agire con la supervisione dei sindaci del posto che hanno il contatto con le reali esigenze della popolazione. Una scelta da fare in fretta. Di tempo se ne è perso già e di chiacchiere ne sono state fatte pure troppe.
Nella notte intanto ad Amatrice c’è stata la commemorazione delle vittime con la lettura dei loro nomi delle vittime, la veglia dei familiari e la fiaccolata per le vie del paese esterne alla zona rossa. Un anno esatto dalla scossa delle 3.36 che rase al suolo il paese e alla stessa ora ci sono stati 249 (le vittime di Amatrice, ndr) rintocchi di campane per ricordare chi un anno fa ha perso la vita. Complessivamente sono state 299 le vittime del terremoto del Centro Italia.